
L’acronimo A.S.E. significa: allentamento dello stress emotivo ed è un metodo kinesiologico basato sulla stimolazione dei riflessi neurovascolari situati sulle bozze frontali. In kinesiologia, queste zone riflesse sono collegate alle aree prefrontali del pensiero conscio e associativo; secondo le ricerche empiriche svolte nell’ambito kinesiologico, la loro stimolazione riattiva il flusso circolatorio cerebrale e stimola l’attivazione di queste importanti aree cerebrali, facilitando i meccanismi fisiologici di adattamento allo stress.
In pratica, l’A.S.E. permette al soggetto di riappropriarsi della lucidità necessaria per gestire adeguatamente le situazioni stressanti della vita.
COME FUNZIONIAMO SOTTO STRESS
Quando siamo stressati la fisiologia del nostro organismo si modifica, si attivano in noi reazioni biologiche adattive primarie contraddistinte da uno stato di allerta e ipervigilanza. In questa condizione l’andamento del nostro cervello funziona in modalità di sopravvivenza, basata prevalentemente su imperativi biologici di difesa, predazione, territorialità. Ciò vale a dire che in condizioni di stress le nostre priorità esistenziali si focalizzano su motivazioni evoluzionistiche primarie, dove vige il principio delle quattro F: Fight, Flight, Fright, Freeze (lotta, fuga, paralisi, congelamento), strategie comportamentali primarie caratterizzate da ansia, paura, rabbia e aggressività espresse attraverso comportamenti appresi dall’esperienza personale: così la persona che ha imparato a cavarsela attraverso la fuga, sotto stress fuggirà; chi invece ha avuto “successo” con la lotta, lotterà. Alcuni esprimeranno l’aggressività attraverso la lotta, altri la reprimeranno secondo modelli comportamentali di congelamento; altri ancora vivranno in uno stato mimetico di paralisi, ecc… In queste condizioni la percezione che abbiamo del mondo è primitiva e le risposte che diamo agli stimoli mondani, reali o presunti, per adattarci alle situazioni sono guidate da bisogni biologici primari, costituiti da combinazioni cognitive, comportamentali ed emozionali reattive, dove la motivazione principale è quella di cavarsela senza soffrire, ovvero sopravvivere!
L’ALLENTAMENTO DELLO STRESS EMOTIVO E I BENEFICI DELLA TECNICA A.S.E.
La pratica kinesiologica mette in evidenza da decenni come il metodo A.S.E. sia efficace nel ridurre le manifestazioni abnormi di stress emotivo, connesse a risposte reattive di sopravvivenza che il più delle volte si rivelano, soprattutto nel lungo periodo, inadeguate alla gestione funzionale delle attività quotidiane. Il metodo infatti facilita il ripristino dello stato di lucidità necessario al soggetto per considerare punti di vista alternativi e nuove strategie di interazione con le circostanze stressogene della sua vita.
Stress emotivo e la capacità di scegliere
Lo stress emotivo configura la nostra percezione, relativa alle circostanze emotivamente toccanti, su un livello in cui crediamo di non avere scelta se non quella di reagire secondo i modelli comportamentali acquisti: reagiamo in modo automatico senza riflettere, sovente in modo inadeguato e abnorme rispetto alla realtà del contesto. Ci comportiamo analogamente a come farebbe una lucertola spaventata dalla caduta a terra di un filo d’erba, allo scopo di evitare l’ennesima presunta sofferenza. Si tratta di quel particolare stato di ansia e nervosismo, caratterizzato da reazioni inadeguate a stimoli che in stato di lucidità ci scivolerebbero addosso, ad esempio: perdere le staffe e reagire in modo esagerato con la persona che si è infilata nel parcheggio prima di noi; spaventarsi esageratamente, sobbalzando, se sfiorati da qualcuno o salutati “alle spalle”; vivere il quotidiano con la perenne sensazione che possa succedere qualcosa di brutto da un momento all’altro. Inoltre, in questo stato di all’erta, abbiamo difficoltà a decidere in modo creativo: ad ogni soluzione possibile rispondiamo trovando un ulteriore problema; non ragioniamo secondo soluzioni ma secondo problemi, così ogni situazione critica viene valutata secondo un loop di problema che rimanda a un altro problema/scusa razionale. Un circolo vizioso percepito senza via uscita. Ed è così che si arriva alla conclusione erronea di non avere nessuna scelta. Per esempio, abbiamo un problema: perciò facciamo la cosa più comune che farebbe più o mendo chiunque, chiediamo un consiglio al nostro migliore amico; lui ci ascolta e dal suo punto di vista esterno al nostro problema ci fornisce una ragionevole soluzione possibile. Noi, che in quel momento siamo completamente pervasi dall’imperativo biologico di sopravvivenza e quindi reattivi, rispondiamo al nostro amico che no, non è possibile, argomentando con dovizia di dettagli tutte le nostre ragioni, gli ulteriori problemi che abbiamo e le scuse più elaborate e convincenti, soprattutto per noi stessi. Passa qualche mese, le acque si calmano e siete più lucidi, più rilassati, magari perché andati in vacanza oppure avete richiesto l’intervento di un bravo kinesiologo che ha allentato il vostro stress senza neanche troppe parole; semplicemente abbassando lo stato di reattività del vostro sistema nervoso utilizzando fra le varie tecniche a sua disposizione anche l’A.S.E. Così, ora siete rientrati dallo stato di allerta e adesso, nonostante la situazione sia pressoché invariata rispetto all’inizio, ripensando al consiglio del vostro amico siete in grado di valutarlo diversamente, riuscite a ragionarci su con lucidità e alla fine vi accorgete che sì, si può fare, o per lo meno potete darvi il permesso di dire perché no! Cosa è cambiato da quando, pervasi dallo stress, il vostro amico vi ha dato il consiglio e voi non lo avete preso nemmeno in considerazione? È cambiato il rapporto con la situazione: sotto stress, lasciare il lavoro per dedicarsi all’attività che avete sempre sognato, per esempio, è difficile. Per il semplice fatto che non ci sono sufficienti risorse per valutare tutte le possibili conseguenze e le soluzioni più adeguate, per considerare la questione da una prospettiva ampia e distaccata; le aree prefrontali del vostro cervello sono poco attive, a favore delle aree subcorticali deputate ai comportamenti di difesa e conservazione molto più attive sotto stress, perciò l’unica soluzione al problema non è il cambiamento che apporta altro stress da gestire, ma la conservazione, il tirare avanti ad ogni costo perché la sofferenza connessa alla situazione si conosce e spaventa molto meno rispetto all’ignoto che accompagna il cambiamento. Ma è sufficiente allentare la tensione del sistema nervoso e abbassare l’ipervigilanza per favorire la mediazione delle aree superiori del cervello e comprendere meglio la situazione, trovando soluzioni creative al problema o vedendo sotto una prospettiva più ampia possibilità che prima apparivano impossibili. Adesso avete più risorse da spendere e lo stress del cambiamento potete reggerlo facilmente e anche quello prodotto dal vostro amico che probabilmente vi dirà: te l’avevo detto!
In sintesi, l’A.S.E. è una metodologia efficace in tutte quelle situazioni di empasse esistenziale. Quando il nostro corpo ha i nervi a fior di pelle, è irrigidito o addirittura paralizzato dalla paura l’allentamento dello stress emotivo è un ottimo rimedio per ritrovare il proprio centro e la lucidità mentale necessaria per trovare soluzioni creative ai problemi della vita; lasciare andare il passato, una persona, un comportamento sconveniente. L’A.S.E. permette di elaborare meglio le strategie personali di azione, ammorbidire i propri atteggiamenti e orientare in modo efficace le proprie intenzioni.
Si tratta di una tecnica semplice ed allo stesso tempo molto efficace per favorire i processi di miglioramento e sviluppo personale; imparare a gestire meglio lo stress e la propria realtà; e in certi casi, come complemento di percorsi psicologici o psicoterapeutici.
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Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale
– D. S. Walters, D.C., “Kinesiologia Applicata – Synopsis” (1993); Ed. Castello.
– F. Bottaccioli; A. G. Bottaccioli, “Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata”; Ed. Edra.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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