PREMESSA
Questa descrizione del barometro comportamentale, per quanto articolata e ricca di dettagli, è solo una sintesi indicativa del metodo secondo la prospettiva NovaTherapy®. L’articolo non pretende di essere esaustivo riguardo alla descrizione di un metodo così complesso, dove sono necessari anni di studio e applicazione per padroneggiarne i potenziali; e in cui le variabili tecniche dipendono fortemente dal contesto soggettivo dell’individuo e della seduta di trattamento. Tuttavia, quello che segue costituisce una traccia utile, sufficiente per farsi un’idea chiara dell’utilità del barometro comportamentale e dell’approccio di kinesiologia psicoapplicata in tutte quelle situazioni di “impasse” esistenziale caratterizzate per esempio da ansia, stress emotivo, paura, ecc… Inoltre, si tratta di un metodo interessante per arricchire in modo multidisciplinare percorsi psicoterapeutici soprattutto nei DMC (disturbi mentali comuni); per implementare i percorsi di crescita personale e il benessere psicofisico attraverso un approccio kinesiologico somatoemozionale ed espressivo.
IL BAROMETRO COMPORTAMENTALE SECONDO L’APPROCCIO NovaTherapy®
Nell’ambito della kinesiologia psicoapplicata il barometro comportamentale rientra fra gli strumenti utilizzati per migliorare lo stress correlato a momenti esistenziali emotivamente significativi. Si tratta di una procedura di analisi complessa basata sul test muscolare kinesiologico, essa offre la possibilità di dialogare con la dimensione espressiva dell’individuo e di riconfigurare i rapporti disfunzionali con l’ambiente o le situazioni stressanti alimentate da sistemi di credenza limitanti.
Il piano espressivo di riferimento, peculiarità delle ricerche svolte in NovaTherapy®, ha aperto un modo nuovo di intendere il barometro comportamentale: da tecnica sequenziale di riequilibrazione dei sistemi di credenza limitanti, nel nostro contesto diventa uno strumento di armonizzazione dell’individuo nel suo rapporto corpo-mondo. Non abbiamo alterato o snaturato la procedura del barometro comportamentale, patrimonio esclusivo degli studiosi Gordon Stokes e Daniel Whiteside, ma abbiamo posto tale metodologia dentro un orizzonte più ampio, quello della kinesiologia psicoapplicata, dove i sistemi di credenza limitanti non sono visti come l’unica fonte causale dei disagi emotivi, ma una delle molte cause possibili relative al modo con cui l’individuo si interfaccia e si esprime nella sua realtà. Perciò, il nostro scopo non si limita ad eliminare i sistemi di credenza come unica fonte causale di disagio, ma di aiutare l’individuo a riappropriarsi della sua espressività corporea affinché possa rapportarsi in armonia col suo mondo, e anche, ma non solo, riconfigurando le convinzioni limitanti su sé stesso e sul mondo. Per fare ciò inseriamo il barometro comportamentale all’interno di procedure kinesiologiche complete, indirizzate alla riequilibrazione del sistema corporeo nel suo insieme, prendendo in esame e trattando, oltre alla sfera emotiva anche gli aspetti strutturali correlati: come la postura, eventuali dolori a carico della colonna vertebrale, gli scompensi biochimici legati allo stress, la disorganizzazione neurologica, il sistema dei meridiani e ovviamente la riequilibrazione degli schemi muscolari alterati, per esempio con la ruota dei meridiani o il metodo “fix as you go”.
Il barometro comportamentale, nel contesto di lavoro NovaTherapy®, non è un metodo a se stante ma il cardine di un ampio sistema di ingranaggi metodologici e tecnici che nel loro reciproco rapporto creano l’approccio kinesiologico psicoapplicato, orientato all’equilibrio espressivo globale dell’individuo, l’armonia del corpo vissuto.
MA IN PRATICA, IN COSA CONSISTE IL BAROMETRO COMPORTAMENTALE?
Il procedimento può essere schematizzato attraverso una serie di fasi:
1. Per prima cosa il kinesiologo si occupa di ridimensionare la disorganizzazione neurologica. Si tratta di un fenomeno di squilibrio psicofisico che coinvolge la fisiologia del corpo e le sue componenti energetiche/espressive. Cause primarie di disorganizzazione neurologica sono l’idratazione insufficiente, lo stress surrenalico, le tensioni posturali abnormi a carico dei principali diaframmi corporei, le disarmonie della respirazione, gli squilibri a livello energetico/elettromagnetico dei meridiani dell’agopuntura e il livello di presenza nel Qui e Ora del soggetto. Tutte queste condizioni possono falsare le risposte ai test muscolari applicati nell’indagine durante il barometro comportamentale. Per questo motivo, il controllo e l’eventuale correzione dei fenomeni di disorganizzazione neurologica costituiscono una fase importante del lavoro, prima di entrare nello specifico dell’indagine emotiva con il barometro.
2. Dopo aver ridotto le fonti di disorganizzazione neurologica, si passa ad una “breve” fase dialogica con il soggetto, allo scopo di focalizzare il nocciolo del problema su cui intende lavorare. Di solito questa fase coincide con il colloquio preliminare in cui il cliente espone le motivazioni che l’hanno portato dal kinesiologo. Si tratta di una fase piuttosto delicata in cui l’operatore deve aiutare il soggetto a focalizzare con precisione il problema: le situazioni di disagio emotivo non sono sempre chiare, spesso sono costituite da molte sfaccettature. Per questo motivo è necessario semplificare il più possibile e parcellizzare il problema in modo che, sia il soggetto che l’operatore, abbiano chiaro l’obiettivo e/o il problema da indagare. In kinesiologia emozionale il test muscolare è uno strumento operativo preciso, ma nella misura in cui i fattori testati sono ben chiari e concisi sia al kinesiologo e soprattutto al soggetto trattato; non basta dire ad esempio “voglio stare bene” o “lavoriamo sulla mia ansia”, è necessario ridurre al minimo le generalizzazioni e trovare il cuore del problema o una parte significativa di esso. In questa fase le capacità comunicative del kinesiologo sono molto importanti, deve essere capace di instaurare un dialogo intersoggettivo con la persona mettendo tra aprentesi ogni preconcetto e/o pregiudizio personale. Entreremo nel dettaglio di questa importante condizione più avanti.
3. Una volta identificato chiaramente il fulcro del problema su cui applicare l’indagine del barometro comportamentale si verifica se la proposizione emersa durante la fase di dialogo genera stress sul sistema espressivo, la persona. Semplicemente, si invita il soggetto a pensare e poi pronunciare verbalmente la frase o la parola che per lei rappresenta il problema e subito dopo si effettua il test muscolare di un muscolo forte e in equilibrio – generalmente il deltoide anteriore bilaterale: se la risposta è OFF, ovvero il muscolo si “indebolisce”, abbiamo l’indicazione espressiva che il problema genera effettivamente uno stato di stress al soggetto; al contrario se il muscolo resta ON, ovvero “forte”, si ha l’indicazione espressiva che il problema non genera stress. In questo caso, si manifesta una sorta di contraddizione fra quello che il soggetto crede sia il problema e quello che il corpo esprime; pertanto si dovrà tornare al punto due e chiarire meglio la questione, oppure, in certi casi sarà necessario riverificare la disorganizzazione neurologica relativa al procedimento del punto uno.
4. Quando il soggetto pensa ad una situazione e un muscolo indicatore precedentemente “forte” si “indebolisce”, si apre una finestra neuropsichica, un campo di pensiero in cui ogni successivo atto kinesiologico sarà in relazione con lo scenario mostrato da questa finestra. Quindi, una volta aperto il circuito espressivo del campo di pensiero, si può procedere con l’indagine del barometro comportamentale, CONSCIO – SUBCOSCIO – CORPO: dialogando con il corpo espressivo attraverso il test muscolare si identifica il livello di attivazione emotiva del problema valutando se si trova nel piano conscio, subconscio o corporeo; trovato il livello si vanno a rilevare le componenti emotive degli stati mentali correlati come accettazione, rabbia, entusiasmo, paura, dolore, colpa, indifferenza, separazione, sintonia, unita, ecc… questi sono alcuni esempi delle chiavi di lettura maggiori del barometro comportamentale.
5. Arrivati a questo punto, abbiamo sufficienti informazioni significative per risalire allo schema emotivo/comportamentale indicato dal barometro. Quindi l’operatore, prendendo contatto con i punti neurovascolari della fronte e della nuca – trattenimento fronto-occipitale – invita il soggetto a descrivere le sue impressioni relative allo schema emerso dal barometro: la persona secondo le sue impressioni e libere associazioni, come se raccontasse una storia, esprime come si sente e quali immagini vengono stimolate dagli stati mentali indicati dal barometro. Il kinesiologo, mentre stimola i punti neurovascolari col trattenimento forto-occipitale, aiuta il soggetto verbalizzando le parole chiave della posizione barometrica, e stimolando la persona ad esprimersi attraverso la visualizzazione, l’immaginazione e/o il ricordo.
Mentre il soggetto ascolta la storia raccontata da lui stesso mentre viene incoraggiato ad interagire attivamente con i dettagli dispiegati dal racconto, si crea un’immagine mentale sempre più chiara e contestuale dello schema barometrico. Ciò consente al soggetto di elaborare i fenomeni espressivi manifestati dal corpo sotto forma di tensioni, piccoli tremolii, sensazioni localizzate in zone specifiche come il plesso solare, le gambe, le spalle, la gola, ecc… Tutto questo svolgimento è facilitato dalla stimolazione neurovascolare delle aree prefrontali e visive – fronte e nuca – che favoriscono la visualizzazione e l’elaborazione del vissuto relativo al problema in questione. Questa fase ha lo scopo di fare entrare in risonanza il soggetto con lo schema della “storia” indicata dal barometro comportamentale, in modo da far affiorare le componenti corporee espressive, favorire una prima fase di elaborazione e liberare le tensioni emotive inespresse contingenti.
LA RECESSIONE D’ETÀ
Le potenzialità del barometro comportamentale vanno oltre alla semplice presa di coscienza, infatti arrivati al punto 5 è possibile procedere oltre con la recessione d’età: l’operatore dopo essersi assicurato della presenza del soggetto sul fulcro centrale del problema posto all’inizio (punto 2), effettua attraverso il test muscolare kinesiologico una recessione d’età partendo da quella attuale del soggetto e procedendo a ritroso fino a trovare l’età che provoca l’indebolimento del muscolo indicatore utilizzato, solitamente il deltoide anteriore o il gran pettorale clavicolare. È opportuno precisare che non si tratta di una regressione ipnotica, ma di una recessione conscia: il soggetto è lucido e presente, condizione fondamentale per l’indagine kinesiologica; e il livello di analisi è sempre quello espressivo del corpo, inteso come unità cosciente di mente incarnata: nella prospettiva kinesiologica noi non abbiamo un corpo, noi siamo corpo. Ed è da questo presupposto, espressivo appunto, che si fonda ogni analisi kinesiologica psicoapplicata.
L’età che il corpo espressivo rivela è relativa alle “cause” passate che alimentano nel presente convinzioni limitanti e condizionano i comportamenti del soggetto in “esame”. Lo stress emotivo è fortemente correlato alla ripetizione di comportamenti dettati da scelte condizionate da esperienze passate di sofferenza che hanno strutturato convinzioni distorte sull’immagine di noi stessi e del mondo. Fin quando resteremo convinti che non ci siano altre scelte oltre a quelle che crediamo possibili vivremo la continua reiterazione dei nostri “sbagli”. La recessione d’età con il barometro ha proprio lo scopo di rompere questo circolo vizioso andando ad effettuare una riequilibrazione espressiva del corpo nello stato emozionale originario, radice del problema presente. Per questo motivo il kinesiologo psicoapplicato, con l’ausilio del barometro comportamentale e della recessione d’età, aiuta la persona ha defondere lo schema emotivo originario. Affinché si rompa il circolo vizioso di scelte condizionate dalle credenze limitanti costruite sulle base delle esperienze negative del proprio passato.
Si tratta di ridurre al minimo le cariche negative emozionali relative alla percezione soggettiva e di conseguenza al rapporto che abbiamo con una determinata emozione o stato mentale, in modo che la relazione con noi stessi e col mondo cambi in meglio; aprendo nuovi orizzonti e punti di vista che prima non potevamo vedere per il semplice fatto che ci rapportavamo alle circostanze con una lente monocromatica, costituita dalle convinzioni limitanti consolidate nelle esperienze passate.
Il nodo centrale, necessario a comprendere il concetto di base di questo approccio, è la percezione soggettiva degli eventi passati: i nostri ricordi si fondono nell’oblio della nostra mente. Essi subiscono modifiche, censure e tagli che condizionano fortemente la natura oggettiva dell’esperienza vissuta. Di fatto il passato non esiste, risiede unicamente nella nostra memoria; pertanto ciò che conta non è il ricordo in se ma la percezione soggettiva che abbiamo di esso e che avrà una certa carica emozionale negativa in base al tipo di rapporto conflittuale che abbiamo con le rappresentazioni mentali di quel ricordo.
L’obiettivo dunque, non è quello di cancellare il passato o i ricordi, cosa impossibile, ma di migliorare il rapporto con quel determinato aspetto del passato, con la sua colorazione emotiva; questo sì, si può fare! Per esempio, col barometro comportamentale non cancelliamo il ricordo che genera rabbia e risentimento ancora oggi, al solo pensiero. Ma facilitiamo il cambiamento verso un rapporto sereno con quel ricordo, riducendo e trasformando la carica negativa emozionale collegata; facilitando stati mentali come l’accettazione e la disponibilità ad andare oltre, a operare scelte su nuovi punti di vista. Per alcuni potrebbe sembrare impossibile anche questa eventualità, atteggiamento comprensibile se consideriamo la realtà di esperienze così forti da convincerci della loro inaccettabilità. Questo livello di valutazione è logico razionale ed ha il limite di rendere le nostre spiegazioni così convincenti da farci pensare sia meglio stare nella sofferenza piuttosto che andare oltre, una sorta di atteggiamento autopunitivo mascherato da “bagno caldo”: giustifichiamo la nostra zona di confort con motivazioni logiche pur restando infognati nella sofferenza perché temiamo che cambiare sia peggio.
Ma con il barometro comportamentale si lavora su un piano più profondo, espressivo-emozionale. Un piano dove il principio di non contraddizione o di realtà perde il suo potere. Quindi si tratta di considerare la percezione espressiva che si ha di una determinata questione. Ma facciamo un esempio per capire meglio: sei arrabbiato con i tuoi genitori non per una considerazione logica, per quanto convincete ti possa apparire, ma perché senti che al di là di quella rabbia non puoi essere altrimenti. Ed è qui che si fanno i giochi: cambiando il rapporto, ovvero la percezione somatoemotiva con la situazione e con le emozioni correlate ad essa. Riconfigurando il livello di espressività affinché l’inespresso possa esprimersi, che significa lasciar emergere le sensazioni, le emozioni e i significati cha autocensuriamo o blocchiamo in noi stessi nel corpo sotto forma di tensioni. In questo modo è possibile ri-pensare i propri vissuti, qualunque essi siano, secondo nuove logiche: dove qualcosa che ci appare impossibile «è» anche possibile. Quindi prima di dire che è impossibile accettare una data situazione, non essere arrabbiati o spaventati provate a cambiare la percezione emotiva bloccata e vedrete che non avrete bisogno di andare a cercare nuovi punti di vista, strategie o modi diversi di pensare rispetto ad una sofferenza del passato; ma saranno loro, le nuove intuizioni “logiche”, ad affiorare magicamente alla vostra coscienza e a darvi la soluzione.
IMMAGINAZIONE CREATIVA E MODI OCULARI
In kinesiologia psicoapplicata il test muscolare ha due valenze: la prima di rilevazione, cioè permettere di identificare lo squilibrio e/o stress; nel caso del barometro comportamentale si tratta dello stress emotivo relativo ad una situazione che, richiamata al pensiero, attiva dinamiche espressive del corpo e tensioni somatiche inespresse soggiacenti alla nostra consapevolezza. La seconda è di ancoraggio o riconfigurazione: quando un muscolo indicatore precedentemente “debole” a uno stimolo stressogeno diventa “forte” al test muscolare richiamando alla mente lo stesso pensiero o stimolo stressogneo, si crea una nuova traccia neuropsichica, sempre di carattere espressivo, che riconfigura la percezione che abbiamo rispetto al contenuto di quel pensiero/stimolo. In altre parole, abbiamo un messaggio percettivo diverso, il muscolo prima era “debole” e adesso è “forte”, ciò modifica le strutture psicoenergetiche relative al contenuto stressante di quel pensiero attraverso un feedback che da una parte riconfigura il sistema espressivo neuropsicologico e dall’altra educa il soggetto, che sente fisicamente la differenza fra il prima “debole” e il dopo “forte, consolidando la percezione somatica del cambiamento.
Per ottenere questo risultato, nell’applicazione del barometro comportamentale, occorre facilitare il corpo con tre metodologie integrate fra di loro. Come abbiamo visto la prima consiste nella stimolazione dei riflessi neurovascolari attraverso il trattenimento fronto-occipiptale; le altre due sono il movimento oculare o modi oculari e l’immaginazione creativa.
• La stimolazione dei riflessi neurovascolari occipitali, relativi alle aree cerebrali visive; e quelli frontali connessi alle aree prefrontali hanno la funzione di facilitare da una parte la visualizzazione e la percezione somatica e dall’altra l’integrazione delle informazioni somato-percettive e cognitive che emergono durante la procedura. Per approfondire la funzione dei riflessi neurovascolari consulta gli articoli: ciclo neurovascolare e A.S.E.
• I modi oculari hanno la funzione di attivare le aree cerebrali durante la procedura di correzione, si tratta di una stimolazione basata sull’EMDR: mentre l’operatore invita il soggetto a puntare lo sguardo su tutte le direzioni oculari, il soggetto ripete una frase “catartica”, il cui contenuto è relativo alle chiavi di lettura rilevate durante il barometro comportamentale; questo serve per far emergere le tensioni somatoemozionali soggiacenti e portarle alla consapevolezza. I termini tecnici defusione e infusione, due fasi in successione della procedura: il primo consiste nel fare emergere le tensioni emotive inespresse, mentre il secondo favorisce l’ancoraggio di nuovi stati somato-emotivi percettivi. Generalizzando possiamo dire che con la defusione si destrutturano le tensioni emotive bloccate portandole in superficie; mentre il secondo pone le basi per nuove strutturazioni espressive somatoemozionali e percettive. Attenzione, non stiamo parlando di nuove strutture cognitive ma somatoemozionali espressive. La differenza è che le prime riguardano rappresentazioni mentali conoscitive, mentre le seconde, più profonde, riguardano lo stato percettivo di come ci si sente a livello di Corpo Proprio – Espressivo –. L’aspetto cognitivo, in questa procedura, è qualcosa che emerge nel tempo, dopo la seduta, in cui la persona, libera dallo stress emozionale avrà rinnovate risorse per riorganizzare nuove strategie di interazione e conoscenza rispetto al suo ambiente. Questo è il cardine multidisciplinare che rende la kinesiologia psicoapplicata un valido complemento ai percorsi psicologici o psicoterapeutici.
In ambito kinesiologico il lavoro è rivolto alla “soggettività incarnata” in relazione al “mondo della vita”- Lebenswelt, per usare il temine del filosofo Husserl -; è la dimensione del vissuto pratico dell’individuo, il mondo vitale. Il kinesiologo si offre come mediatore per aiutare il soggetto a recuperare la suo “io incarnato” nella dimensione vitale pratica, protesa verso il mondo della vita vissuta.
• Infine, l’immaginazione creativa ha lo scopo di attivare il soggetto in tre direzioni: la prima riguarda il ricordo o la ricostruzione di un ricordo emotivamente significativo. Questa modalità si usa durante la recessione d’età; il secondo riguarda la dimensione presente, usato quando si lavora su una situazione attuale ma senza l’utilizzo della recessione d’età; è una variante molto usata per esempio con gli sportivi o chi deve sostenere prove oppure esami: si aiuta la persona a prendere contatto con la dimensione presente del suo vissuto per poi procedere con l’infusione futura attraverso la terza modalità di visualizzazione che riguarda appunto il futuro. In questo caso la persona viene invitata a immaginarsi nel futuro nel nuovo stato percettivo, attivato con i modi oculari durante l’infusione positiva dove si incoraggia il soggetto a sentirsi fisicamente nel nuovo stato, a incarnare la nuova percezione corporea per esempio di entusiasmo o sicurezza. In questo modo si ancora, attraverso la protensione nel futuro, l’intenzione relativa alla percezione delle nuove risorse psicoemozionali richiamate attraverso il corpo per essere incarnate nella percezione di “un nuovo Io Espressivo”. L’infusione futura si utilizza sempre per concludere la sessione di barometro comportamentale.
IN COLCLUSIONE: IL BAROMETRO COMPORTAMENTALE SECONDO L’ORIENTAMENTO NovaTherapy®
Il barometro comportamentale, applicato secondo la prospettiva NovaTherapy®, è inteso come complesso sistema di “riprogrammazione” somatoemozinale di tipo espressivo-fenomenico, in cui lo scopo è facilitare l’espressione dei processi somatici inespressi di percezione emotiva e l’elaborazione di nuove strategie di comportamento, allo scopo di ristabilire equilibrio nella percezione del “Sé incarnato”. Per fare ciò si agisce sulle credenze o convinzioni limitanti, spesso correlate a vissuti passati; e sugli stati mentali positivi che volgiamo integrare per essere liberi di esprimerci nel mondo secondo intenzioni chiare e libere da stress. Si tratta uno strumento usato nella prospettiva kinesiologica psicoapplicata ove lo scopo è superare le discrepanze fra mente e corpo per favorire la percezione integrale di Sé, facilitando l’espressione della “soggettività incarnata” e la protensione fluida verso obiettivi personali futuri.
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale:
– G. Stokes – D. Whiteside, “Gli strumenti del mestire”; Three in one concepts.
– D. S. Walters, DC. “Kinesiologia Applicata – Synopsis” (1993); Ed. Castello.
– E. Husserl, “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale” (1954); Ed. Il Saggiatore.
– M. M. Ponty, “Fenomenologia della percezione” (1945-2003); Ed. Bompiani.
– V. Costa, “Husserl” (2009); Carrocci Editore.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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