Dal nostro punto di vista il movimento non si riconduce solo all’attività fisica, ma al suo significato essenziale, ontologico: muoversi significa agire nel mondo circostante in riferimento alle percezioni che il nostro corpo ci invia come segnali, in relazione all’ambiente e a se stesso; partendo dai bisogni più primitivi che implicano azioni comportamentali (movimenti) altrettanto basilari, ti faccio un esempio “banale” ma che rende bene il concetto e introduce alle riflessioni che faremo insieme nella collana di post aperti da questo articolo: immagina di star conversando con una persona la quale ti racconta un fatto importante della sua vita per avere un consiglio, durante il dialogo, ad un tratto, senti il bisogno di andare in bagno, ma, per non essere scortese (convinzione opinabile) trattieni il bisogno pur sapendo che la persona in questione parlerà ancora per molto tempo. Ecco, questo è un esempio elementare di cosa significa ascoltare il corpo, o meglio non ascoltarlo evitando di rispondere adeguatamente al bisogno, in questo caso fondamentale per l’omeostasi fisiologica del corpo.
Quante volte nella vita di tutti i giorni metti in secondo piano i bisogni del tuo corpo a vantaggio di regole sociali opinabili? Questo scenario richiama un principio ben espresso dallo psicologo Wayne Dyer: “prima di tutto essere dei buoni animali”. Ovvero stare sintonizzati con il proprio corpo, con i suoi bisogni e messaggi che ci manda, dai più primitivi come mangiare, andare al bagno, dormire, bere; a quelli più complessi come la stretta allo stomaco mentre pensi di andare in quel posto che non ti piace, ma ci vai comunque per far piacere a qualcuno; quest’ultimo punto è interessante. Qualcuno potrebbe dire: “beh in fondo anche se quel posto non mi piace cosa mi costa andarci, posso farlo comunque”. Verissimo! A patto che lo stress della decisione sia gestito adeguatamente senza conflitti, cioè che la scelta di andare comunque sia stata elaborata consapevolmente al punto tale da andare tranquillamente sereno. Perché se invece ci vai, ma dentro di te sbuffi, ti lamenti e provi disagio allora non hai elaborato proprio un bel niente, stai solo violentando il tuo essere. Comprendi la differenza? E stiamo parlando di un episodio, pensa alle persone che adottano questo comportamento sistematicamente: per buona parte della loro vita stanno dentro situazioni lontane da quelle che vorrebbero vivere veramente, accondiscendono sempre e lasciano lo spazio agli altri senza mai prendersi il proprio, comprimendo dentro di loro tensioni che a lungo andare diventano materia deformando il corpo e la mente. Ho visto persone cedere all’esaurimento nervoso per via di questi comportamenti, in cui l’azione spontanea, naturale, viene inespressa nel nome di un insano “quieto vivere” o nell’illusione di essere buoni e altruisti. Ma al nostro corpo non importa nulla dei nostri “buoni propositi”, delle nostre razionalizzazioni, delle idee talvolta sbagliate che abbiamo sul mondo – e per idee sbagliate non intendo sbagliate in assoluto, ma in relazione al contesto -. Certe volte agiamo secondo convinzioni inadeguate alla nostra realtà e questo comporta inevitabilmente conflitti con le circostanze: ogni azione dipende da un pensiero, da una nostra idea sulla realtà, ma se la mappa che abbiamo del mondo circostante è inadeguata al nostro contesto quotidiano entriamo facilmente in stress, maturando tensioni e abitudini sconvenienti.
La buona notizia è che se riprendiamo contatto con il corpo non abbiamo bisogno di rimuginare troppo sui problemi per cercare di risolverli, i segnali del corpo racchiudono già in sé oltre la metà delle indicazioni risolutive, a partire dai segnali corporali più primitivi: infatti, se ti prendi lo spazio per andare in bagno a farla congedandoti un momento dal tuo interlocutore, dopo, sarai sicuramente più concentrato e rilassato per seguire il suo discorso e magari aiutarlo. Comprendi il significato “metaforico” racchiuso in questo esempio?
Come puoi immaginare, ascoltare il proprio corpo e rispondere adeguatamente ai suoi bisogni, che in fondo sono i Tuoi Bisogni, è fondamentale per condurre una vita in accordo con se stessi e quindi priva di stress abnormi.
Perciò, resta connesso e iscriviti al blog perché nei prossimi articoli tratterò il tema sui bisogni “primitivi” a partire dal corpo, attraverso alcuni suggerimenti pratici per “essere dei buoni animali”: sono i bisogni generali dell’essere umano, quelli che, nonostante le diversità, riguardano tutti. Cercherò di darti istruzioni generali su cosa ascoltare del tuo corpo per Essere un buon animale.
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Un pensiero influenza la tensione di specifici muscoli; una certa idea di sé e sul mondo si organizza su un particolare schema complesso di tensione muscolare, modificando la postura; una convinzione cristallizza la tensione muscolare in un atteggiamento posturale che influenza la visone della realtà. Correggi i muscoli e riorganizza la loro funzione con la kinesiologia applicata e romperai le resistenze delle tue convinzioni dolorose, migliorerai l’idea che hai di Te e del mondo e avrai accesso a nuovi pensieri e intuizioni utili per la tua vita.
Fabio Valenzisi
articolo di:
Fabio Valenzisi
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