

RIFLESSI NEUROVASCOLARI
Il ciclo neurovascolare ricopre un ruolo fondamentale in kinesiologia applicata nel trattamento dello stress e nella riorganizzazione degli stati emotivi turbati.
I FONDAMENTI METODOLOGICI DEL CICLO NEUROVASCOLARE
I riflessi neurovascolari sono zone riflesse particolari situate per lo più sul cranio: scoperte dal Dr. Terence Bennett, il quale nel corso dei suoi studi vide come la stimolazione manuale di questi riflessi fosse in grado di influenzare l’irrorazione sanguigna di vari organi e strutture. Successivamente, il padre della kinesiologia applicata, George Goodheart, scoprì come la stimolazione dei riflessi di Bennet poteva riattivare la risposta neurologica di un muscolo esaminato attraverso il test muscolare manuale kinesiologico.
Il kinesiologo si avvale del ciclo neurovascolare e del trattamento singolo di questi riflessi, per diversi motivi
1. Riattivano aree specifiche della corteccia cerebrale: il tocco delicato del punto neurovascolare stimola il micro flusso sanguigno capillare cutaneo nella zona del punto, attivando per via riflessa l’irrorazione sanguigna nelle aree direttive della corteccia cerebrale, permettendo a queste di organizzarsi e di gestire in modo adeguato le reazioni mesencefaliche relative alle risposte di sopravvivenza e gestione superiore dello stress. Per esempio: i riflessi neurovascolari situati anteriormente sulla fronte facilitano l’attivazione delle aree cerebrali prefrontali, deputate all’integrazione delle informazioni cognitive; favorendo lo spostamento del sangue dalle aree cerebrali più profonde deputate alle reazioni primarie di sopravvivenza (mesencefalo, ponte, bulbo) alle aree telencefaliche superiori relative ai sistemi di adattamento allo stress, alla creatività e dell’intersoggettività.
2. Predispongono il soggetto ad uscire dallo stato di allerta caratteristico dei sistemi adattivi di difesa: lotta, fuga, paralisi e congelamento (fight, flight, fright, freeze); favorendo risposte di rilassamento efficaci che riattivano il sistema nervoso parasimpatico: innescando un processo virtuoso di recupero delle risorse psicofisiche e di integrazione cerebrale fra mesencefalo, diencefalo e telencefalo; degli emisferi cerebrali e di tutte queste strutture nel loro complesso funzionale integrato.
3. Favoriscono la vasodilatazione periferica: permettendo una corretta circolazione dei flussi energetici e l’attivazione riflessa dell’irrorazione sanguigna negli organi e strutture associate.
4. Correggono le risposte muscolari inefficaci: un muscolo “debole”, sottoposto a test manuale kinesiologico, diventa “forte” dopo la stimolazione del riflesso neurovascolare associato. Indicando una probabile correlazione con fattori stressogeni di tipo psicoemotivo.
COME FUNZIONA TECNICAMENTE IL METODO
La stimolazione neurovascolare avviene attraverso il tocco delicato e sensibile: poggiando delicatamente i polpastrelli sul riflesso per percepire la pulsazione capillare sottocutanea (60/70 battiti al minuto); appena si avverte la pulsazione (l’attesa può andare dai 30” a diversi minuti prima che si avverta chiaramente) si mantiene il contatto fino a quando si esprime un ritmo pulsatorio regolare e, nel caso di punti simmetrici, sincrono.
La ricerca NovaTherapy® e l’esperienza dei suoi kinesiologi ha fornito numerose ipotesi in merito al significato della pulsazione neurovascolare. Per esempio, su centinaia di soggetti trattati, abbiamo constato come l’alto livello di stress e la conseguente iperattivazione dei meccanismi fisiologici di allerta, sia un fattore di ritardo nell’espressione della pulsazione neurovascolare. In altre parole, più il soggetto è stressato più tempo ci vuole per attivare e percepire chiaramente la pulsazione neurovascolare riflessa, da diversi minuti ad anche mezz’ora in certi casi. Seguendo questa linea ipotetica abbiamo potuto riscontrare in seguito, come i soggetti dopo aver seguito un percorso multidisciplinare di allentamento dello stress, presentassero reazioni più immediate al tocco neurovascolare: la pulsazione si manifesta dopo alcuni secondi. Questa nostra esperienza ha trasformato, almeno per noi, l’ipotesi in un fatto condiviso anche da molti altri colleghi kinesiologi. Dandoci dei dati concreti per sostenere come i riflessi neurovascolari oltre ad essere delle zone riflesse di stimolazione, possono essere utilizzati anche come aree di monitoraggio dei livelli qualitativi di attivazione neurovegetativa.
I VANTAGGI PER IL BENESSERE DEL CICLO NEUROVASCOLARE
Nei soggetti in cui si riscontra un livello elevato di stress, il ciclo neurovascolare si rivela molto utile. Il lavoro consiste nel trattare in sequenza tutti i riflessi neurovascolari del cranio, seguendo un preciso ordine di stimolazione che facilita l’attivazione delle aree cerebrali encefaliche e l’afflusso sanguigno a tutto il cervello. La combinazione fra la risposta di rilassamento e l’attivazione pulsatoria neurovascolare, date dal trattamento, favorisce l’integrazione delle informazioni cognitive, l’allentamento dello stress emotivo, la creatività e la concentrazione; con impatti positivi sulla lucidità mentale, la presenza nel qui e ora e le strategie personali di problem solving.
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale:
– D. S. Walters, D.C., “Kinesiologia Applicata – Synopsis” (1993); Ed. Castello.
– F. Bottaccioli; A. G. Bottaccioli, “Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata”; Ed. Edra.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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