
Il sottospinato (o infraspinato) è il muscolo più importante per il movimento di extrarotazione dell’omero. Esso sviluppa circa il 90% della forza richiesta per l’extrarotazione. Con il muscolo piccolo rotondo costituisce la faccia posteriore della cuffia dei rotatori – assieme ai muscoli sottoscapolare e sovraspinato – per questo motivo ricopre un ruolo importante nella stabilizzazione dell’articolazione della spalla.
La sua funzione di stabilizzatore della testa dell’omero mette questo muscolo in primo piano, in tutte le valutazioni relative ai problemi articolari della spalla.
Durante le procedure di test kinesiologici dei muscoli della spalla e in particolare del sottospinato è importante tenere in considerazione le possibilità di lesioni all’origine e all’inserzione, soprattutto in presenza di “sindrome della cuffia dei rotatori”.
Dalla sua vasta origine nella fossa infraspinata si riconoscono fasci a decorso orizzontale provenienti dall’alto e fasci a decorso obliquo provenienti dal basso: le fibre superiori partecipano ai movimenti di abduzione, le fibre caudali ai movimenti di adduzione del braccio.
La debolezza del muscolo sottospinato può causare la contrattura del sottoscapolare con lo sviluppo di trigger point estremamente dolorosi.
DESCRIZIONE ANATOMICA DEL MUSCOLO SOTTOSPINATO
Il muscolo sottospinato origina dai due terzi mediali della fossa infraspinata della scapola e superficie interna della fascia sottospinata. Le sue fibre viaggiano superolateralmente e si inseriscono, tramite un tendine piatto, sulla faccetta media del grande tubercolo dell’omero. Parte di questo tendine si fonde anche con la capsula dell’articolazione gleno-omerale della spalla.
È un tipo di muscolo scheletrico spesso bipennato e si trova anteriormente, nella proiezione profonda, al trapezio, ai muscoli deltoidi e alla fascia sottospinata; posteriormente (superficiale) alla scapola e alla borsa sottotendinea del muscolo infraspinato; superiormente ai muscoli grande e piccolo rotondo; e lateralmente ai muscoli romboidi maggiore e minore.
AZIONI E FUNZIONI DEL MUSCOLO SOTTOSPINATO
Il muscolo sottospinato è coinvolto in molteplici azioni e funzioni dell’articolazione della spalla: ruota lateralmente il braccio in corrispondenza dell’articolazione gleno-omerale; abduce il braccio flesso lungo il piano trasversale. Inoltre, in sinergia con gli altri muscoli della “cuffia dei rotatori” abbassa e avvicina la testa omerale consentendone l’alloggiamento nella cavità glenoidea. Partecipa anche all’estensione dell’omero.
TEST KINESIOLOGICO DEL SOTTOSPINATO
- Posizione del test: il test può essere effettuato col soggetto supino, prono, seduto o in piedi. Come per tutti i test, la posizione va scelta in base al contesto di valutazione. Tendenzialmente le posizioni supino e da seduto sono la scelta più comune. Le altre entrano in gioco per comodità nel caso si stia lavorando con la persona in posizione prona, oppure per valutazioni dove si ricerchino eventuali interferenze posturali nella posizione in piedi.
- Test kinesiologico: il soggetto abduce l’omero a 90° con l’avambraccio flesso a 90°. Da questa posizione del braccio il kinesiologo stabilizza con una mano la parte laterale dell’omero, sopra il gomito a un paio di centimetri dall’oleocrano e con l’altra mano prende contatto con la parte posteriore dell’avambraccio, appena sotto il polso. Poi utilizzando come leva l’avambraccio preme seguendo un vettore semicircolare per ottenere la rotazione interna dell’omero.
L’ampia superficie di origine e inserzione del sottospinato rende necessario porre particolare attenzione all’angolo del test, allo scopo di effettuare valutazioni più accurate: per isolare i segmenti del muscolo e identificare schemi precisi di debolezza variare il grado di abduzione dell’omero tra 70° e 130°
- Errori comuni: eccessiva estensione o flessione dell’avambraccio. Mancata stabilizzazione del gomito. Esercitare una pressione sul gomito in direzione opposta al test, invece di mantenerlo semplicemente fermo.
SEGNI DI DEBOLEZZA DEL MUSCOLO SOTTOSPINATO
In posizione eretta braccio avambraccio e mano sono rivolti verso l’interno, il palmo della mano è rivolto all’indietro.
DOLORE RIFERITO

Sottospinato: dolore riferito
In presenza di squilibri del muscolo sottospinato può riferirsi un dolore forte, percepito in profondità, nella sezione anteriore dell’articolazione della spalla. In certi casi è possibile una debole irradiazione dolorosa lungo il braccio, sul bicipite, che può estendersi lungo l’avambraccio fino al pollice e le prime tre dita della mano.
Può rivelarsi una piccola zona di dolore riferito lungo il bordo vertebrale inferiore della scapola.
CORRELAZIONI SISTEMICHE E SIGNIFICATI CLINICI DEL MUSCOLO SOTTOSPINATO
Essendo un muscolo della “cuffia dei rotatori” ricopre un ruolo importante in tutti i casi di problemi alla spalla, pertanto la difficoltà ad alzare il braccio è un indicatore sufficiente per esaminare questo muscolo. In particolare, abbiamo come movimento rivelatore, l’impossibilità di sollevare il braccio sopra la testa con il palmo rivolto verso l’alto, la difficoltà e/o il dolore nel compiere questo movimento è un indicatore chiaro di disfunzione del sottospinato.
Difficoltà a girarsi all’indietro, a giocare a tennis (in particolare nel rovescio) o a golf sono altre azioni rivelatrici di squilibrio di questo muscolo.
Nei casi più importanti è possibile osservare e palpare una atrofia del muscolo in questione.
La sua debolezza può causare ipertonia riflessa del muscolo sottoscapolare con conseguente limitazione della flessione e abduzione del braccio; e la formazione di trigger point dolorosi del sottoscapolare.
L’intrappolamento del nervo soprascapolare può causare segni ricorrenti di debolezza del muscolo sottospinato.
PRINCIPALI RIFLESSI, ASSOCIAZIONI E FATTORI TECNICO-OPERATIVI DEL M. SOTTOSPINATO IN KINESIOLOGIA
NEUROLINFATICI:
- Anteriore: 5° spazio intercostale da metà linea ascellare a metà linea mammillare; in corrispondenza dell’agopunto VB 23; sulla linea emisternale al centro dello sterno a livello del 3° spazio intercostale; sul processo xifoideo.
- Posteriore: lamine trasverse della vertebra T 12.
NEUROVASCOLARI: 2,5 cm circa sotto lo Pterion. Extracranico: sullo sterno, Angolo di Louis.
MERIDIANO: Triplice riscaldatore.
PUNTO DI ALLARME: VC 18
PUNTO ASSOCIATO: V 22 tra L1 e L2.
ORGANO/GHIANDOLA: Timo. Correlazione sistemica multiorgano.
NUTRIZIONE: Vitamina C e altre sostanze stimolanti del sistema immunitario.
FATTORI FUNZIONALI E CORRELAZIONI SPECIFICHE IN KINESIOLOGIA:
- Equilibrio della cassa toracica.
- Sistema sternocostale.
- Rib Pump.
VERTEBRE ASSOCIATE AL MUSCOLO SOTTOSPINATO
A differenza dei muscoli sovraspinato e grande rotondo, associati non solo a vertebre specifiche ma ad interi tratti vertebrali – correlazione funzionale; il sottospinato risponde solo alla relazione diretta con le vertebre cervicali C5 e C6, zona di emersione del nervo sovrascapolare che innerva i muscoli sottospinato e sovraspinato. Pertanto, la relazione con queste vertebre è solo di tipo spondilogeno e corrisponde alla zona di possibile sublussazione vertebrale che può generare squilibrio nel funzionamento del muscolo sottospinato (e del sovraspinato).
Va precisato che, in assenza di correlazioni funzionali, la relazione spondilogena è sempre presente per tutti in muscoli: ogni muscolo è controllato da un nervo spinale che emerge dai forami di coniugazione della colonna vertebrale.
- Espressività emozionale correlata alle vertebre C5 e C6: la zona del collo è generalmente correlata all’espressione verbale; alla capacità di esprimere liberamente i propri pensieri attraverso il linguaggio; alla flessibilità dei propri atteggiamenti e all’attitudine di guardare il proprio mondo da varie prospettive e punti di vista. In sintesi, possiamo dire che il collo è la zona da cui emerge l’espressione creativa.
In particolare C5 e C6, quando sono in equilibrio, sostengono la capacità di gestire le situazioni: di saper comunicare liberamente con gli altri, esprimendo con tranquillità le proprie idee, punti di vista e bisogni. Inoltre, C6, sostiene la capacità di accudire gli altri nella giusta misura: senza investire più risorse di quelle che veramente disponiamo, quindi liberi dal bisogno di tornaconti interpersonali.
- Condizioni di inespressività che mettono in squilibrio C5 e C6: quando portiamo pesanti fardelli per troppo tempo, le nostre braccia intente a reggerne il peso perdono forza. Sitiamo investendo più risorse di quelle che effettivamente abbiamo, così esse si depauperano nel tentativo di controllare le relazioni affettive: ci relazioniamo solo attraverso un bilancio costi-benefici, dove siamo noi a pagare sempre il prezzo più alto: la speranza, mai completamente esaudita, del tanto agognato tornaconto ci porta ad affannarci sempre di più per gli altri, consumando la nostra vitalità. In questo circolo vizioso qualunque riconoscimento non è mai abbastanza. Questo scenario si manifesta a causa della paura di esprimersi: siamo imprigionati dentro una gabbia di inespressività. Evitiamo di esprimere i nostri bisogni mettendo in prima linea quelli degli altri; fuggiamo da noi stessi e così diventiamo insensibili al dolore del nostro fardello e sempre più rigidi, al punto di non riuscire più a guardare in faccia alla realtà e alle nostre responsabilità. Viviamo sempre a testa bassa: col groppo in gola, i denti stretti e qualche colpo di tosse, tentativo indiretto di abbaiare al mondo il nostro disagio. Questo è lo scenario inespressivo che, attraverso la tensione muscolare del collo, carica le vertebre C5 e C6. Alterando l’equilibrio della postura cervicale con tutte le variabili di squilibrio possibili: sublussazioni delle vertebre, rigidità della nuca e alterazioni dell’assetto corretto di testa, collo e braccio: i possibili problemi alle spalle – anche di gomiti e polsi – sono dietro l’angolo…
CORRELAZIONI EMOTIVO-COMPORTAMENTALI DEL MUSCOLO SOVRASPINATO
Il sottospinato rappresenta la capacità di esprimere pienamente la propria personalità; di conciliare e armonizzare la nostra natura innata con le condizioni apprese della cultura sociale in cui viviamo: è la manifestazione armonica del carattere, quando l’incontro fra le nostre aspirazioni più profonde e l’apprendimento sociale generano un Io equilibrato, sicuro e capace di affermarsi nel mondo.
Questo muscolo è pertanto influenzato dall’equilibrio dell’Io più superficiale, quello costituito dai ruoli assunti nella vita, e dal rapporto che abbiamo con il nostro carattere.
Quando il carattere si esprime attraverso comportamenti eccessivamente enfatici non è più un carattere forte. Esso si cristallizza dentro la percezione superficiale e inflessibile di noi stessi: perdiamo flessibilità del Sé, manifestando un carattere rigido. Ciò si traduce in debolezza, non solo del sottospinato ma della nostra intera capacità di vivere pienamente la vita, inventando e reinventando noi stessi ogni volta che il naturale mutare degli eventi si fa largo sulla nostra strada. Dentro questo scenario disarmonico siamo rigidamente identificati, con le nostre convinzioni o con il ruolo sociale che abbiamo scelto oppure che ci siamo ritrovati a “recitare” senza volerlo veramente; non siamo in grado di immaginarci altrimenti. E incapaci di ascoltare e cooperare con gli altri perdiamo la gioia di vivere, compensando con piaceri e “gioie” effimere.
Quando il nostro Io è poco strutturato, abbiamo difficoltà ad imporci nella vita; il nostro carattere è debole: possiamo essere tutto e allo stesso tempo siamo niente. Fatichiamo a prendere posizione, a scegliere una strada in risonanza con le nostre aspirazioni innate o a conciliarla con le regole sociali. Così la nostra personalità è poco sviluppata, inconsistente, a causa della paura di esprimere noi stessi, dell’indecisione e dell’insicurezza che si riversano nel il nostro agire nel mondo con scarsa determinazione: siamo attratti da tutto ma evitiamo di scegliere una strada, ci manca la spinta vitale, il fuoco che alimenta la volontà di perseguire un obiettivo fino in fondo. In questa condizione di squilibrio viviamo nella discrepanza esagerata fra il nostro Sé reale e Sé ideale: perdiamo di vista il presente, ciò che siamo adesso, perseguendo standard idealistici irrealizzabili che ci portano a sottovalutare il nostro valore reale, cristallizzando in noi la convinzione di non essere mai abbastanza.
Depressi e cagionevoli ci affacciamo al mondo temendo il giudizio, condizionati da quello che gli altri possano pensare di noi. E così, confermiamo la nostra profezia: gli altri sono ok e io no lo sono!
CORRELAZIONI ESPRESSIVE DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Se il grande rotondo si fa largo coi gomiti nelle situazioni già vissute, l’asciandole al passato; il sottospinato esprime la capacità di farsi largo nelle relazioni della vita, collaborando con gli atri e allo stesso tempo senza farsi influenzare dagli altri, dalle regole sociali o dai ruoli che assumiamo: allo scopo di prenderci il nostro spazio nel mondo. Il cardine di questo agire è la flessibilità nel percepire noi stessi, che ci rende capaci di adattarci pur mantenendo saldi i nostri obiettivi e di aggiustarli o cambiarli in base l’andamento delle circostanze.
Quando la flessibilità cede il passo alla rigidità, le braccia, nostra interfaccia dell’azione creativa nel mondo, si irrigidiscono. In particolare spalle e gomiti possono farsi sentire per la tendenza a prestare eccessiva attenzione alle aspettative o richieste di qualcun altro. Così l’entusiasmo si perde in mille faccende, in un falso senso di responsabilità che ci toglie gioia e soddisfazione. I gomiti si irrigidiscono e fanno male perché pensiamo troppo e agiamo – amiamo – poco: simbolicamente “stiamo coi gomiti puntati sul tavolo a sostegno della testa fra le mani, persi nell’indecisione”.
Il sottospinato interviene nei movimenti delle braccia e guida le nostre azioni creative con flessibilità. Ma quando diventiamo inflessibili, le nostre azioni diventano vuote e le braccia perdono forza; oppure, le azioni diventano troppo incisive, irrispettose delle proprie attitudini autentiche e di quelle altrui. Allora le braccia e i gomiti si irrigidiscono a causa dello sforzo estenuante di trattenerci dall’esprimere le azioni che vorremmo veramente, sostenendo soltanto il peso delle azioni che ci sentiamo in dovere di fare. Perdiamo entusiasmo e gioia di vivere. Imprigionati dentro un circolo vizioso di auto-imposizioni, auto-censura e eccessivo – o inadeguato – senso del dovere.
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale:
– D. S. Walters, DC. “Kinesiologia Applicata – Synopsis”; Ed. Castello.
– D. S. Walters, DC. “Kinesiologia Applicata – Vol 2”; Ed. Castello.
– David Leaf, “Kinesiologia applicata Flowchart Manual”; Ed. Catello.
– J. Thie, “Touch for health”; Ed. Red.
– E. Rossi, “Shen, aspetti psichici nella medicina cinese i classici e la clinica contemporanea”; Ed. Ambrosiana.
– R. Fiammetti, “Il linguaggio emozionale del corpo”; Ed. Lo Scarabeo.
– Complete Anatomy Software; 3D4Medical
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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