
Il muscolo grande rotondo si trova nella regione della spalla. È un tipo di muscolo scheletrico spesso e fusiforme. Contribuisce alla formazione della parete posteriore dell’ascella e il suo margine inferiore forma la piega ascellare posteriore.
È un muscolo molto importante per l’equilibrio dell’articolazione della spalla, per questo motivo va sempre esaminato quando sono presenti situazioni di dolore o limitazione del movimento di questa regione articolare.
Il suo movimento fondamentale è di portare la mano dietro alla schiena, come quando ci si gratta nei pressi della zona lombosacrale o si prende qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni come un portafoglio. Rigidità e limitazioni di questo movimento dovrebbero far pensare a una debolezza del grande rotondo. Risente della rigidità della colonna vertebrale, in particolare del tratto dorsale T1 – T12.
DESCRIZIONE ANATOMICA DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Il muscolo grande rotondo ha origine dall’aspetto posteriore dell’angolo inferiore della scapola e dalla sua area adiacente. Le sue fibre viaggiano in modo superolaterale e si inseriscono, tramite un tendine piatto, sulla cresta del tubercolo minore dell’omero. Questo sito di inserzione si trova medialmente al sito di inserzione del muscolo gran dorsale.
Il grande rotondo si trova anteriormente al capo lungo del tricipite, sulla superficie posteriore della scapola: proiettandosi dietro il muscolo coracobrachiale, sopra la gran dorsale e sotto i muscoli piccolo rotondo e infraspinato.
AZIONE E FUNZIONI DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Adduce l’omero e lo ruota verso l’interno facilitando l’estensione del braccio; stabilizza la porzione superiore dell’omero durante il movimento. Assiste i muscoli della cuffia dei rotatori.
TEST KINESIOLOGICO DEL GRANDE ROTONDO
- Posizione del test: quella più congeniale è la posizione prona. Tuttavia è possibile effettuare il test, con le dovute accortezze anche da seduti o supini. Essendoci differenze significative d’esecuzione, anche se non sostanziali per queste altre due modalità, qui descriviamo la versione del test in posizione prona, più semplice ed intuitiva.
- Test kinesiologico: il soggetto prono intraruota ed estende il braccio, in modo da portare il gomito in dietro e in alto flettendo l’avambraccio a 90° e ruotando verso l’interno l’omero in modo da avere il dorso della mano sopra la cresta iliaca (“posizione del portafoglio”, con il palmo della mano rivolto all’indietro). Il kinesiologo prende contatto con la superficie mediale dell’omero e applica la pressione per ottenere l’abduzione e la flessione dell’omero. La mano libera stabilizza il test appoggiandosi sulla superficie del deltoide posteriore o appena sopra la cresta iliaca posteriore, controlaterali al test.
- Errori comuni: effettuare il test con la testa del soggetto estesa e/o ruotata. Pressione eccessiva sull’omero. Dorso della mano del soggetto posta sulle vertebre lombari o sull’articolazione sacro-iliaca.
SEGNI DI DEBOLEZZA DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
In posizione eretta braccio, avambraccio e mano sono ruotati verso l’esterno con il palmo rivolto in avanti.
DOLORE RIFERITO

G. Rotondo: dolore riferito
In presenza di squilibri o condizioni dolorose associate al grande rotondo, il dolore si localizza sulla superficie posteriore e superiore della spalla, irradiandosi lungo la parte posteriore dell’omero, con una leggera irradiazione sulla faccia posteriore dell’avambraccio.
Il dolore è generalmente esacerbato da movimenti forzati con il braccio in posizione flessa, per esempio girare il volante dell’auto, movimenti di lancio o dipingere una parete. Indicatori importanti per sospettare squilibri di questo muscolo.
Il gran dorsale si avvolge completamente intorno alle fibre del grande rotondo; la sua origine è condivisa dalle fibre del piccolo rotondo e dell’infraspinato. Il soggetto potrebbe risentire di un dolore alla parte posteriore della spalla quando alza il braccio e lo porta in avanti. In questi casi verificare anche gran dorsale, piccolo rotondo e infraspinato; ricordando anche di controllare gli altri muscoli che agiscono sull’equilibrio della spalla, in particolare il sopraspinato.
CORRELAZIONI SITEMICHE E SIGNIFICATI CLINICI DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Il Grande Rotondo è un importante muscolo stabilizzatore della spalla, soprattutto durante i movimenti del braccio. In presenza di squilibri a questo muscolo è possibile osservare difficoltà nell’alzare il braccio durante la rotazione laterale ma non durante quella mediale. Difficoltà a nuotare, a lanciare, grattarsi la schiena o allacciarsi un reggiseno sono tutti movimenti che possono indicare disfunzioni del grande rotondo.
La rigidità del tratto vertebrale dorsale influisce sul corretto equilibrio di questo muscolo e viceversa: la debolezza bilaterale ricorrente del grande rotondo indica la necessità di allentare le tensioni del tratto vertebrale T1 – T12, in tal caso si rivelano molto utili gli esercizi di allungamento e mobilizzazione della colonna dorsale; nei casi più complessi è necessario verificare e correggere kinesiologicamente la presenza di fissazioni vertebrali del tratto toraco-lombare: segno principale della debolezza del grande rotondo al test kinesiologico bilaterale. Nel caso di allievi alle prime armi privi di competenza nel trattamento delle fissazioni vertebrali, limitarsi ad allentare le tensioni della schiena in generale e invitare il soggetto ad eseguire esercizi di mobilizzazione della colonna fino ad ottenere una correzione soddisfacente al test bilaterale.
In situazioni particolarmente resistenti alle correzioni kinesiologiche, può essere necessario intervenire con accurate manipolazioni chiropratiche o osteopatiche.
Eventuali disallineamenti delle vertebre lombari possono essere messi in evidenza dal test kinesiologico del grande rotondo: dopo aver effettuato una leggera pressione sul processo spinoso L5, se uno dei due muscoli G. Rotondo – precedentemente corretti nei 5 fattori IVF – si indebolisce, applicare le opportune procedure kinesiologiche di riallineamento e allungamento per la correzione tratto lombare.
PRINCIPALI RIFLESSI, ASSOCIAZIONI E FATTORI TECNICO-OPERATIVI DEL M. GRANDE ROTONDO IN KINESIOLOGIA
- NEUROLINFATICI:
- Anteriore: 2° spazio intercostale e sulla linea emiclaveare.
- Posteriore: lamine trasverse di T2 e spazi intertrasversi T2 – T3.
- NEUROVASCOLARI: 2,5 cm circa sotto lo Pterion; Extracranico: Giunzione tra 1° costa, clavicola e sterno.
- MERIDIANO: Vaso Governatore.
- PUNTO DI ALLARME: VG 27.
- PUNTO ASSOCIATO: V 16 tra T6 e T7.
- ORGANO/GHIANDOLA: Colonna vertebrale. Ghiandola pineale (ciclo giorno/notte).
- NUTRIZIONE: associato all’equilibrio acido/alcalino; fosforo, alghe, minerali acidi/alcalini; potassio, zinco. Cibi ricchi di proteine biodisponibili.
- FATTORI FUNZIONALI E CORRELAZIONI SPECIFICHE IN KINESIOLOGIA:
- Riflesso del voltamento.
- Diaframma pelvico.
- Catene muscolari crociate.
VERTEBRE ASSOCIATE AL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Il Grande Rotondo è correlato alla colonna vertebrale da C3 all’osso sacro, compresa la zona pelvica; pertanto, in termini generali, qualsiasi squilibrio a carico di queste strutture può coinvolgere il corretto funzionamento del muscolo; e viceversa, gli squilibri del grande rotondo possono indicare il coinvolgimento disfunzionale di queste strutture associate.
Nello specifico abbiamo il tratto T1 – T12, le vertebre C5 – C6 – C7. Come abbiamo visto sopra, l’espressione di debolezza al test bilaterale del Grande Rotondo è indice di rigidità della regione vertebrale toracica e in particolare di fissazioni vertebrali a questo livello. Inoltre, gli squilibri e le eventuali sublussazioni delle vertebre C5 – C6 – C7 devono essere considerate in caso di debolezza del Grande Rotondo, soprattutto quando resistente alle correzioni kinesiologiche consuete.
Va inoltre menzionata l’associazione con la vertebra L5: La riposta OFF del Grande Rotondo dopo aver esercitato una leggera pressione su L5 è indice di disallineamento vertebrale. In questo caso è necessario applicare le opportune correzioni kinesiologiche e/o valutare la necessità di manipolazioni vertebrali mirate.
- Espressività emozionale correlata al tratto vertebrale associato: la libertà di esprimersi sia fisicamente che verbalmente, di muoversi con sicurezza nelle situazioni della vita e di saper gestire al contempo i fardelli del proprio passato sono indicativamente le caratteristiche dell’espressività correlata alle vertebre C5, C6 e C7.
Per quanto riguarda il tratto vertebrale dorsale (T1 – T12) l’espressività connessa si riferisce genericamente alla flessibilità, alla stabilità e alla determinazione: capacità di sostenere le proprie idee e progetti. Il coraggio e l’intraprendenza nascono fisicamente da un tratto dorsale flessibile.
Riguardo alla vertebra L5, menzioniamo in termini indicativi, la capacità di distinguere in modo equilibrato le proprie responsabilità e saper misurare le proprie risorse, per farsi carico degli altri in modo adeguato alle proprie reali capacità di sostegno e aiuto.
- Condizioni di inespressività che mettono in squilibrio il tratto vertebrale associato: la paura di esprimersi, di esprimere sé stessi liberamente nel mondo; il timore di non farcela e/o la sensazione di portare un fardello più pensante di quanto si possa sopportare (si riflette su L5). Sono tutti stati emotivi che influiscono sulle vertebre C5, C6 e C7.
Condizioni di inespressività relative al tratto T1 – T12 vanno di pari passo con la rigidità delle proprie posizioni verso il mondo e/o verso sé stessi; nella tabella sotto diamo alcuni spunti, a titolo indicativo e non esaustivo, delle possibili sfumature emotivo-comportamentali ed espressive correlate alle vertebre del tratto toracico:

La tabella sopra mette in evidenza le correlazioni somatoemotive e inespressive statisticamente più evidenti e condivise da vari ambiti di studio del linguaggio corporeo e della psicosomatica. Va precisato che queste correlazioni devono sempre essere contestualizzate entro il quadro espressivo, unico e irripetibile, di ogni individuo. Certo, l’applicazione del test muscolare kinesiologico, se effettuato adeguatamente, può offrire indicazioni precise nella rilevazione analitica di un quadro somatoemotivo o psicosomatico delle vertebre specifiche coinvolte. Tuttavia, è bene mantenere sempre un atteggiamento aperto evitando di usare tali correlazioni come categorie assolute.
Etichettare l’individuo in modo assoluto secondo qualsiasi indice di correlazione o categorizzazione è un errore. Per approfondire suggerisco di leggere gli articoli: “Test muscolare kinesiologico”, “Test muscolare kinesiologico nuove prospettive” e “Kinesiologia: il concetto di espressività”.
CORRELAZIONI EMOTIVO-COMPORTAMENTALI DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Il muscolo grande rotondo è correlato alla relazione con il proprio passato. Entro un quadro di priorità emozionale, questo muscolo indica un’eccessiva focalizzazione verso situazioni o periodi del proprio passato. Oppure l’incapacità di immaginare o apprendere cose al di fuori del proprio vissuto, ciò si manifesta con la rigidità – della colonna vertebrale – favorendo comportamenti e atteggiamenti eccessivamente rigidi nelle proprie posizioni.
In chiave equilibrata, il grande rotondo può esprimere al meglio le sue funzioni psicofisiche quando si è capaci di reggere il proprio passato, di onorarlo e riconoscerlo nel suo valore esperienziale: ciò costituisce la capacità di vivere serenamente senza farsi influenzare da carichi emotivi negativi nei confronti delle esperienze vissute, qualunque esse siano; ma anzi, di trovare sostegno nel proprio vissuto senza farsi schiacciare emotivamente – e fisicamente, colonna vertebrale – da esso.
CORRELAZIONI ESPRESSIVE DEL MUSCOLO GRANDE ROTONDO
Il grande rotondo svolge la funzione di stabilizzatore dell’omero durante i movimenti di adduzione, estensione e iperestensione del braccio. Pertanto, la sua espressione dinamica nel movimento intenzionale si manifesta nella stabilità nel portare verso di se…
Essendo un muscolo profondo la sua funzione si esplica in sinergia con diversi altri muscoli. Tuttavia, possiamo considerare la sua funzione di primo motore dei movimenti di adduzione ed estensione del braccio, in cui lo scopo principale non è solo iniziare il movimento ma stabilizzarlo affinché possa esprimersi pienamente. Partendo da queste premesse, l’espressività del grande rotondo si sviluppa nella capacità di portare verso di sé e/o nel “farsi largo coi gomiti” nelle situazioni. Ciò riprende la sua forte relazione con la colonna vertebrale, supportandola nella stabilizzazione dinamica delle azioni compiute con le braccia; nel portare e mantenere dietro di sé il passato e allo stesso tempo afferrare e portare verso di sé le prospettive future che ci attraggono.
L’alto grado di sinergia del grande rotondo con altri muscoli, rende quasi impossibile identificare i movimenti gestuali precisi relativi a questo muscolo. Esso contribuisce, come abbiamo detto, alla stabilizzazione dinamica dei movimenti della spalla, perciò qualsiasi gesto espressivo delle braccia. Ma possiamo reperire altre indicazioni espressive utili dalla relazione d’organo del grande rotondo: la colonna vertebrale. Oltre alle indicazioni emotivo-comportamentali ed espressive indicate nei precedenti paragrafi, possiamo identificare la colonna vertebrale nella sua connotazione anatomo-espressiva più elementare, la schiena.
Considerata globalmente, la schiena è la sede anatomica di ogni sensibilità affettiva. Essa è il catalizzatore dell’energia più fondamentale per la sopravvivenza umana: l’amore. Pertanto, la schiena possiede importanti connotati espressivi della sfera affettiva. David Servant-Schreiber negli anni ottanta ha dimostrato scientificamente l’importante ruolo della schiena nella dimensione affettiva umana. Nel suo libro “Guarire. Una nuova strada per curare lo stress, l’ansia e la depressione senza farmaci né psicanalisi” riporta i seguenti fatti:
Nonostante la temperatura ideale, l’ossigenazione e l’umidità perfettamente equilibrate, l’alimentazione e i raggi ultravioletti, i neonati non crescevano! Scientificamente era un mistero […]. Una volta usciti dell’incubatrice, i piccoli recuperavano velocemente peso. Poi, un giorno, in un’unità di neonatologia americana, si notò che alcuni neonati ancora in incubatrice crescevano normalmente anche se nei protocolli di cura niente era cambiato. Niente, o quasi.
Con grande sbalordimento dei clinici, infatti, un’inchiesta rivelò che tutti i bambini dallo sviluppo regolare erano seguiti da una stessa infermiera del turno di notte, da poco trasferita in quel reparto. Interrogata, dopo molte esitazioni la ragazza confessò: non era mai stata capace di resistere al pianto disperato di quei piccoli e, prima con preoccupazione perché era proibito, poi con sicurezza crescente visti i risultati, qualche settimana prima aveva cominciato ad accarezzare sulla schiena i neonati per calmarne il pianto.
Da questo “incidente” i ricercatori hanno potuto dedurre che il contatto affettivo tattile è un fattore indispensabile alla crescita. Ciò conferma come la schiena sia il catalizzatore anatomico dell’espressività affettiva, sede ricettiva dell’amore.
Da questo punto di vista la correlazione del grande rotondo con l’equilibrio della colonna vertebrale, si estende alla superfice anatomica globale riferita dalla schiena; così il grande rotondo diventa il muscolo ambasciatore non solo dell’equilibrio biomeccanico della schiena ma anche del grado di equilibrio emotivo riferito alla sfera affettiva; equilibrio che affonda le radici nel passato, nella qualità affettiva del rapporto con i genitori: la qualità della relazione genitore-figlio, definita per grado di empatia dei genitori e per la loro risposta ai bisogni emotivi del bambino, determina negli anni dell’età adulta di quest’ultimo la tonicità del sistema parasimpatico, che si traduce in una coerenza cardiaca efficace e nella capacità di resistere meglio allo stress e alla depressione.
Una schiena sofferente è un segnale importante da considerare, non solo in termini di dolore ma anche quando viene indicata dalla debolezza del grande rotondo senza esserci la presenza di sintomi dolenti: tale debolezza preannuncia un particolare livello di squilibrio da correggere che se trascurato più trasformarsi nel tempo in dolore, sofferenza fisica o mentale anche patologicamente significativi.
Lo squilibrio della schiena indicato dal grande rotondo può essere dunque l’indicatore di non riuscire più a portare sulle spalle un pasticcio, una situazione lavorativa o un partner da cui ci si sta impercettibilmente allontanando. Inoltre, gli squilibri della schiena, soprattutto quando sfociano nel dolore, possono indicare una carenza affettiva presente fin dall’infanzia e che necessita di risorse per essere integrata e trasformata. Ecco come le correzioni kinesiologiche ricorrenti del grande rotondo, e del sistema corporeo in generale, si rivelano molto utili per riorganizzare le risorse psicofisiche, affinché sia più facilmente accessibile al soggetto la comprensione e l’integrazione dei significati profondi racchiusi negli squilibri, correlati alla carenza affettiva. Condizione limitante che influenza negativamente la vita espressiva di molte persone, per anni e a volte per un intera vita.
Alcuni ricercatori sostengono che la causa dei dolori dorsali sia legata alla frustrazione sessuale. Il semplice fatto di ricominciare a fare regolarmente l’amore li eliminerebbe automaticamente. Il sesso si può esprimere in tanti modi, si può optare per i massaggi o le carezze reciproche senza connotazione sessuale, in certi casi questo si rivela molto più utile al riequilibrio espressivo che il mero atto sessuale: la dimensione della sensualità è particolarmente carente nella nostra società contemporanea, purtroppo a vantaggio di un’insana focalizzazione verso la dimensione sessuale più primitiva.
Il legame con la sfera sensuale/sessuale lo traviamo nella relazione del grande rotondo col diaframma pelvico. Questo muscolo ha tanto da dirci se sappiamo comprenderlo nella sua dimensione espressiva più fine, ma per comprenderlo bisogna saper dialogare con il corpo nel modo appropriato. Quel modo versatile, apparentemente “strano” e “complicato”, che solo i kinesiologi veramente preparati e con tanta esperienza sanno applicare con maestria.
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale:
– D. S. Walters, DC. “Kinesiologia Applicata – Synopsis”; Ed. Castello.
– D. S. Walters, DC. “Kinesiologia Applicata – Vol 2”; Ed. Castello.
– David Leaf, “Kinesiologia applicata Flowchart Manual”; Ed. Catello.
– J. Thie, “Touch for health”; Ed. Red.
– D. Servant-Schreiber, “Guarire. Una nuova strada per curare lo stress, l’ansia e la depressione senza farmaci né psicanalisi”; Ed. Sperling & Kupfer.
– R. Fiammetti, “Il linguaggio emozionale del corpo”; Ed. Lo Scarabeo.
– Complete Anatomy Software; 3D4Medical
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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