
Fonte: Bottaccioli F, Bottaccioli AG Pnei e scienza della cura integrata. Il Manuale, Edra, Milano. L’articolo riprende in larga misura informazioni contenute alle pp. 229. Per gentile concessione dell’Editore e degli Autori.

Lo sapevate che, la vita di ogni individuo si sviluppa nell’ambito di una spinta auto-organizzatrice, che incorpora il bagaglio ereditario e le esperienze, e che ha come finalità quella dell’adattamento.
L’auto-organizzazione è una proprietà di tutti i sistemi viventi, ovviamente tale proprietà viene espressa su livelli diversi in base al tipo di sistema vivente: una pianta possiede proprietà auto-organizzative differenti da quelle di un animale o dell’essere umano; possiamo dire, in termini elementari che la complessità e la variabilità di questa capacità vitale, cambia a seconda del livello di complessità organica e di capacità d’interazione che il sistema vivente ha con l’ambiente: l’oscillazione tra caos e ordine con cui ogni sistema vivente deve confrontarsi, escogitando sistemi biologici e comportamentali adeguati, allo scopo di vivere e gestire il caos dell’esistenza, creando presupposti ordinati per favorire i processi di adattamento e sopravvivenza all’ambiente.
Nella gestione dei processi finalizzati all’adattamento il sistema organico ha delle necessità di controllo e gestione delle proprie azioni, che sono denominate “autoregolazione”: in psicologia l’autoregolazione viene definita come la capacità di gestire le proprie azioni, pensieri e sentimenti, in modo più o meno flessibile e adattivo, in relazione al contesto – relazionale, sociale, fisico – e ai bisogni interni.
Le capacità di autoregolazione, finalizzate all’adattamento, risentono di fattori legati alle capacità individuali e fattori contingenti o di stato: le condizioni interne ed esterne nelle quali l’individuo si trova nella specifica situazione.
Il concetto di autoregolazione è stato oggetto di una vasta ricerca in campo psicologico – e non solo: la kinesiologia applicata studia fin dagli albori della sua nascita proprio i processi di autoregolazione e adattamento, relativi alle risposte corporee globali fisiche, metaboliche e psichiche – mostrandosi adeguato a descrivere la complessità del comportamento, mettendo in evidenza la sua efficacia in diversi contesti come salute, lavoro, studio, ecc…
Utilizziamo quindi il costrutto dell’autoregolazione per descrivere come l’individuo gestisce i processi di adattamento e quindi lo stress legato a tali processi.
Le variabili di questa dinamica sono rappresentate dall’individuo e dal contesto, laddove quest’ultimo include tutto ciò che è intorno all’individuo stesso: il suo mondo. E’ evidente che qui entrano in gioco sia le caratteristiche dell’organizzazione individuale, sia i bisogni che animano e motivano l’individuo. Pur nella varietà dei modelli di adattamento, giustificati dalla complessità dell’agire umano e dalle variabili in gioco: ogni processo di autoregolazione appare finalizzato alla riduzione di una discrepanza negativa o all’aumento di una discrepanza positiva. Ciò significa che a un dato evento ogni soggetto tenderà a valutare la negatività reale o presunta dell’evento stesso, cercando di autoregolarsi nel modo più adeguato possibile, in base alle sue risorse fisiologiche di risposta adattiva, in gran parte dipendenti dallo stato di benessere organico; e alle sue capacità psicologiche e mentali, relative al suo vissuto e alle strategie psicologiche e comportamentali acquisite sia per condizionamento che per apprendimento diretto. In larga misura questo è il processo che identifica le nostre risposte di autoregolazione, allo scopo di adattarci nel modo più adeguato possibile alle variazioni dell’ambiente naturale e del contesto sociale.
In sintesi, viviamo dentro un costante processo attivo di auto-regolazione e adattamento, cercando di ridurre le possibilità di stress negativo – distress – e aumentando quelle positive di eustress.
Appare evidente come lo stato di equilibrio psicofisico sia la condizione fondamentale per mantenere le nostre capacità di autoregolazione efficienti. Allo scopo di favorire la gestione ottimale dello stress e l’adattamento, attraverso meccanismi di risposta primari pronti ed efficaci e capacità d’apprendimento flessibile, di nuovi modelli di risposta sempre più efficienti.
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Articolo di:
Fabio Valenzisi
Fonti bibliografiche:
– Kauffman S. (2001), A casa nell’universo. Le leggi del caos e della complessità, Editori Riuniti, Roma.
– Baumeister R.F., Vohe K.D. (2007), “Self-regulation, ego depletion, and motivation”, Social and Personality Psycology Compass 1(1): 115-128.
– Boekaerts M., Maes S., Karoly P. (2005), “Self-regulation across domains of applied psycology”, Applied Psycology 54(2): 149-154.
– Carver S.C. (2006), “Approach, avoidance and the self-regulation of affect and action”, Motiv Emot 30: 105-110.
Bibliografia essenziale:
– F. Bottaccioli; A. G. Bottaccioli, [“Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata”], Pg. 229.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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