
Fonte: Bottaccioli F, Bottaccioli AG Pnei e scienza della cura integrata. Il Manuale, Edra, Milano. L’articolo riprende in larga misura informazioni contenute alle pp. 202-202. Per gentile concessione dell’Editore e degli Autori.
Nell’originaria divisione che, ai primi del Novecento, [John N. Langley] fece del sistema neurovegetativo, la terza componente, il sistema nervoso enterico, per decenni scomparve della ricerca anatomo-fisiologica. Poi, a partire dagli anni Ottanta è tornata alla ribalta per merito di alcuni scienziati, in particolare [Michael D. Gershon] della Columbia University. Il suo saggio “The Second Brain del 1998 – tradotto in italiano dalla UTET nel 2006: “il secondo cervello” – ha incoraggiato molto la ricerca sul sistema nervoso enterico – il nostro secondo cervello. Tale ricerca si è avvalsa in anni recenti della crescente importanza assegnata al [microbiota intestinale].
Il risultato complessivo di questa ripresa della ricerche sull’intestino è stato quello di rivalutarne il ruolo centrale per la salute dell’intero organismo;
in particolare riguardo all’equilibrio e all’efficienza del sistema immunitario: considerando i tempi che stiamo vivendo a causa del Covid19, mi pare una puntualizzazione doverosa per stimolare in tutti quanti l’interesse all’informazione approfondita su questa tematica.
Il tubo intestinale presenta due tipi di innervazione: una che proviene dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico, e un’altra importante innervazione definita intrinseca. Quest’ultima è composta da due plessi nervosi, dotati complessivamente di alcune centinaia di milioni di neuroni – da 200 a 600 milioni -, organizzati in gangli [Furness et al., 2014]. Il primo plesso – detto [plesso mienterico] – è collocato tra due strati di fibre muscolari dentro la tonaca muscolare esterna, definita “muscolaris externa”; l’altro – detto [plesso submucoso] – sta sotto l’epitelio muscolare dell’intestino.
Il plesso mienterico è presente in tutto il tubo digerente, dall’esofago all’ano; mentre il plesso submucoso è presente solo nell’intestino tenue e nel colon.
Il sistema nervoso enterico svolge, in modo autonomo e al tempo stesso integrato al sistema nervoso centrale tramite la mediazione del neurovegetativo, un insieme di funzioni relative:
- al governo dei processi digestivi, producendo l’onda peristaltica: la serie di contrazioni e dilatazioni delle tonache muscolari lisce dell’esofago, dello stomaco e dell’intestino che consente al cibo di scendere lungo il canale alimentare e subire i processi di trasformazione digestiva.
- allo stimolo e alla produzione dei succhi gastrici e pancreatici necessari ai processi digestivi.
- al controllo dei patogeni eventualmente ingeriti e dell’equilibrio del microbiota intestinale: questa funzione di controllo dei processi infiammatori è svolta in stretto collegamento con il sistema endocrino e con quello immunitario, entrambi presenti in modo massiccio e strutturato.
Le cellule dell’epitelio intestinale, dette [enterocromaffini], producono [peptidi], come la [sostanza P], il peptide intestinale vasoattivo [VIP] e numerosi altri, nonché neurotrasmettitori come la serotonina, che hanno un’influenza diretta sull’infiammazione [Margolis et el,., 2016].
A livello dell’epitelio intestinale e sotto la mucosa sono presenti batterie di tutte le principali classi di cellule immunitarie, addensate nelle cosiddette [Placche di Peyer], ma ben presenti anche nella lamina propria.
Da questa breve panoramica sul sistema nervoso enterico, si comprende quanto l’equilibrio intestinale sia fondamentale per il benessere dell’intero organismo, non solo per quanto riguarda i processi digestivi e di assorbimento dei nutrienti, ma anche per la forza dell’organismo nel gestire e difendersi dai patogeni, dato che, come abbiamo visto, il sistema immunitario è fortemente connesso al sistema enterico.
Ma c’è di più, perché viene chiamato “secondo cervello”? Dal punto di vista biologico il motivo risiede nella complessa e vasta rete neuronale di cui è costituito; ma, da un punto di vista espressivo/energetico, l’intestino rappresenta la capacità di “sentire di pancia”: trattenere la pancia e/o riempirla di alimenti inadeguati è indice di blocco con il proprio sentire primordiale. E va da se: condurre un esistenza evitando di sentire, è un vivere “biocidico”, che uccide la vita. In questo senso, è normale ritrovarsi privi di vitalità, spenti e indeboliti, senza difese naturali sia a livello psicoespressivo che fisiologico.
Pertanto, prendersi cura dell’equilibrio intestinale è fondamentale per mantenere forte il proprio sistema immunitario e lo stato globale di benessere. Inoltre, è molto importante prendere in seria considerazione le implicazioni psicoespressive ed emotive, fonti di innesco dello stress che spesso costituisce il nodo cruciale per il miglioramento concreto dello stato di vitalità. Vale dire che: in certi casi può rivelarsi insufficiente trattare solo la componente fisiologica. In questi casi si rivela necessario anche un serio lavoro sul fronte psicologico ed espressivo integrato al trattamento biochimico-fisiologico e nutrizionale.
Nella mia personale esperienza ho visto molte persone sofferenti di problematiche intestinali, passare da un medico all’altro, seguendo trattamenti adeguati sul fronte biochimico/nutrizionale per ristabilire l’equilibrio enterico; senza risultati apprezzabili. Tale dato empirico suggerisce l’importanza di ampliare, prima di tutto da parte del soggetto, la visione di trattamento. In modo da poter mettere in campo la disponibilità a sondare non tanto la sfera psicologica in termini causali, ma in termini globali di atteggiamento espressivo verso se stessi e il mondo.
Articoli correlati da non perdere:
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Fonti bibliografiche:
– Furness J.B., Callaghan B.P., Rivera L.R., Cho H.J. (2014), “The enteric nervous system and gastrointestinal innervation: integrated local and central control”, Adv Exp Med Biol 817: 39-71.
– Margolis K.G., Gershon M.D. (2016), “Enteric neuronal regulation of intestinal inflammation”, Trend Neurosci 39(9): 614-624.
Bibliografia essenziale:
– F. Bottaccioli; A. G. Bottaccioli, [“Psiconeuroendocrinoimmunologia e scienza della cura integrata”], Pg. 201-202.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
Se desideri essere messo in contatto con un medico specializzato in medicina integrata e olistica, uno dei nostri kinesiologi o direttamente con l’autore contattaci, saremo lieti di consigliarti gratuitamente sui professionisti della nostra rete di contatti.
Correlati