
Il termine psicoapplicata, riferito alla kinesiologia, è stato messo appunto grazie alla ricerca NovaTherapy®, si tratta di una definizione necessaria al fine di descrivere e raggruppare l’ampia gamma di tecniche kinesiologiche riferite alla sfera psicoemotiva e somatoemozionale. Ma soprattutto si tratta di un approccio metodologico, che va oltre al semplice concetto di raggruppamento delle tecniche kinesiologiche “emozionali”: la definizione “kinesiologia psicoapplicata” ha lo scopo di identificare con precisione la filosofia di fondo su cui si basa il lavoro somatopsichico e/o somatoemotivo in kinesiologia, colmando una grande lacuna concettuale a partire dalla kinesiologia applicata in generale che fino ad oggi mancava di una solida base teorica che definisse in modo chiaro i fondamenti di applicazione, le modalità di approccio e la prospettiva di osservazione e studio del “corpo”. Per esempio, la distinzione fra “corpo organico” e “corpo espressivo” si rivela importantissima per collocare con chiarezza l’ambito di lavoro kinesiologico, non solo psicoapplicato e ma anche generale.
Il concetto di corpo espressivo definisce il piano operativo e di osservazione della kinesiologia, piano o livello espressivo. Il nostro corpo è caratterizzato dall’espressività nel mondo: postura, portamento, atteggiamento posturale, movimento e modo di muoversi nelle situazioni del nostro mondo sono tutti aspetti dell’espressività umana, del corpo intesto come espressivo in relazione al vissuto soggettivo dell’individuo.
L’approccio in kinesiologia psicoapplicata opera per favorire il recupero funzionale e la riconfigurazione espressiva delle risorse necessarie per esprimersi nel proprio contesto quotidiano, partendo dalla stimolazione del corpo. Tecniche come [L’A.S.E.], il [barometro comportamentale], la correzione dei sabotaggi inconsci, sono un esempio di tecniche kinesiologiche classiche, mirate all’allentamento dello stress emotivo e alla defusione delle strutture mentali somatizzate come le convinzioni limitanti; l’orientamento psicoapplicato contestualizza le tecniche classiche su un orizzonte più ampio, dove lo scopo fondamentale è finalizzato al miglioramento del rapporto del soggetto con se stesso e le situazioni della sua vita. Attenzione, non stiamo parlando di psicoterapia! Anche se si tratta di un approccio complementare alla psicoterapia, l’orientamento KPA non si occupa di disagi psichici o psicopatologici, di diagnosi o di psiche nel senso comune del termine. La kinesiologia psicoapplicata opera sulle risorse energetiche/espressive necessarie affinché “psiche e corpo organico” possano conciliarsi in un tutt’uno integrato: questo tutt’uno è il corpo espressivo.
Lo stato di benessere risiede nell’integrità dinamica fra corpo oggettivo – organico – e corpo vissuto, secondo il nostro approccio questa integrità si manifesta nell’espressività spontanea dell’Essere nel mondo.
L’approccio metodologico di kinesiologia psicoapplicata aiuta il soggetto a recuperare l’integrazione espressiva con il proprio corpo, riducendo l’influenza negativa delle fonti di stress che limitano la sua espressione globale quotidiana, nel suo mondo.
Quando un malessere si manifesta senza spiegazione oggettiva può essere l’espressione di qualcosa di inespresso, di una azione trattenuta o privata di scopo. Generalizzando, possiamo dire: le tensioni inespresse esprimono attraverso un disagio e/o un dolore fisico la rottura del rapporto con una parte del proprio mondo che ha perso significato per noi. Le metodologie di KPA si orientano principalmente sull’osservazione delle reazioni somatiche, espresse dal corpo, alle fonti di stress che causano malessere; e favorendo l’organizzane espressiva del soggetto, allentando lo stress situazionale somato-soggettivo relativo al rapporto disorganizzato con l’ambiente.
Riducendo la soglia di attivazione neurovegetativa specifica al rapporto disfunzionale con una data situazione, la KPA è in grado di riportare il soggetto ad un livello equilibrato di integrazione con il corpo, favorendo i processi di elaborazione corporea necessari a raggiungere un livello di risorse più ampio e la capacità di gestire più efficacemente lo stress emotivo; al fine di superare la rilevanza significativa del sintomo facilitando il riorientamento dell’espressività soggettiva verso i significati attrattivi del mondo. In sintesi: far scendere di scena il sintomo come stimolo di interesse principale, per rimettere sulla scena il mondo e recuperare interesse per i suoi stimoli. Per fare ciò il kinesiologo ad orientamento KPA opera sistematicamente attraverso metodologie di indagine espressiva basate sul test muscolare kinesiologico, aprendo un dialogo fenomenico con il corpo attingendo direttamente alle informazioni significative che proprio il corpo esprime. Grazie ai procedimenti messi a punto in kinesiologia, è possibile dialogare in modo dinamico con il sistema corporeo espressivo; per sapere da Lui, il corpo espressivo, quali sono le fonti significative di stress che necessitano di essere defuse, ridimensionate e/o riorganizzate.
Il termine psiche nella concezione kinesiologica psicoapplicata è utilizzato per richiamare all’ambito per cui si opera, e non l’ambito su cui si opera. Infatti la KPA si prefigge lo scopo di facilitare i processi di Lavoro su di sé, miglioramento personale e psicologico partendo dall’incremento e/o l’ottimizzazione delle risorse psicofisiche necessarie per portare a compimento questi processi: allentando lo stress somatoemotivo si favoriscono le risorse utili per elaborare al meglio, per esempio, un percorso psicoterapeutico, di coaching motivazionale o di autoconoscenza in generale. Per quest’ultimo punto la KPA si presta benissimo come approccio utile al Lavoro su se stessi orientato all’autoconsapevolezza.
Il corpo, inteso come corpo espressivo, è il “veicolo” con cui agiamo nel mondo, dove la psiche si compenetra nel corpo e il corpo nella psiche. L’espressione è l’equilibrio dinamico e spontaneo che emerge dall’armonia di tre dimensioni corporee interdipendenti: “corpo vitale” – “corpo vissuto” – “corpo oggetto”.
La dicotomia netta psiche/corpo in kinesiologia psicoapplicata non esiste, ed è questa la connotazione peculiare che definisce l’utilità delle sue tecniche rivolte a bilanciare il rapporto dell’individuo col suo ambiente. Per fare ciò la kinesiologia psicoapplicata interagisce direttamente con il corpo “dialogando” con lui attraverso tocco sensibile, ascolto dei sui ritmi espressivi e osservando il suo “silenzioso” linguaggio; attraverso procedure mirate di test muscolari, finalizzati a reperire informazioni di carattere esistenziale ed emotivo sul piano del “corpo espressivo” e non propriamente sul piano dell’inconscio o dei costrutti psichici. Tuttavia l’interazione con questi livelli è inevitabile ed è per questo motivo che il modello multidisciplinare NovaTherapy® ha diversi collaboratori tra psicologi e psicoterapeuti allo scopo di offrire un approccio olistico integrato serio, professionale e multidisciplinare.
Leggi anche:
- [BAROMETRO COMPORTAMENTALE]
- [ASE]
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale:
– D. S. Walters, D.C., “Kinesiologia Applicata – Synopsis” (1993); Ed. Castello.
– V. Costa, “Psicologia fenomenologica” (2018); Ed. Morcelliana.
– M. M. Ponty, “Fenomenologia della percezione” (1945-2003); Ed. Bompiani.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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