
Il reflusso gastrico anche definito rigurgito di acido dallo stomaco, fino al livello inferiore dell’esofago.
Nei casi più gravi si riscontra anche un ernia iatale: si tratta dello spostamento della terminazione cardiaca dello stomaco e della porzione distale dell’esofago attraverso lo iato esofageo del diaframma respiratorio. E’ un problema che si può presentare ad ogni età ma si riscontra più frequentemente a partire dai 50 – 60 anni.
Questa condizione presenta dei sintomi caratteristici:
- dolori addominali, alla schiena e al collo.
- indigestioni dopo aver mangiato o durante la notte.
- respiro corto o comunque difficoltà respiratorie.
- può succedere di confondere il problema con disturbi gastrici, di vescica biliare, di polmone, cuore o spalla.
L’IMPIEGO DELLA KINESIOLOGIA APPLICATA PER IL REFLUSSO GASTRICO
L’impiego della kinesiologia applicata può risultare molto utile per migliorare i disturbi da reflusso gastrico e allentare/rimuovere le cause strutturali connesse a questo problema.
Fra i più comuni fattori causali di natura strutturale, il blocco del diaframma respiratorio risulta essere il più frequente. Tale blocco favorisce la risalita del tratto esofageo dello stomaco o la sua irritazione, rendendo difficoltosa la normale attività meccanica del diaframma respiratorio, indispensabile per la digestione ottimale: quando il diaframma si muove liberamente esercita una sorta di massaggio sui visceri gastro-intestinali, contribuendo significativamente all’equilibrio del processo digestivo, ecco perché questa azione meccanica è fondamentale per l’equilibrio digestivo e gastrointestinale. Pertanto, il diaframma respiratorio ricopre un ruolo centrale nella digestione, apportando un prezioso aiuto meccanico alle funzioni biochimiche dell’apparato digerente.
La kinesiologia applicata offre diverse procedure, adatte al trattamento delle strutture coinvolte da questo fastidioso malessere, dei fattori riflessi associati e delle correlazioni “psicosomatiche”; ecco le principali procedure adottate in kinesiologia applicata.
- SBLOCCO DEL DIAFRAMMA RESPIRATORIO
- CORREZIONE DEI MUSCOLI ASSOCIATI AL SISTEMA DIGERENTE
- TRATTAMENTO DEI RIFLESSI NEUROLINFATICI DELLO STOMACO
- IDENTIFICAZIONE E ALLENTAMENTO DELLE SORGENTI DI STRESS EMOTIVO
Sblocco del diaframma respiratorio
Il metodo consiste nell’applicazione di una ferma ma delicata pressione al disotto del processo xifoideo, la bocca dello stomaco per intenderci. Si tratta di una tecnica abbastanza conosciuta da chi frequenta osteopati o chiropratici, tuttavia il metodo kinesiologico applicato differisce per l’approccio; questa differenza va intesa come arricchimento alle altre metodologie, non certo come contrapposizione competitiva: infatti, seppur la manualità sia simile, il kinesiologo opera un processo di indagine diverso, molto utile al completamento di altri percorsi più o meno ortodossi.
Si fa presto a dire sblocchiamo il diaframma ma…
In altri articoli e nella sezione [metodologie] di questo sito, cito spesso il concetto di espressività corporea – presto dedicherò un articolo intero a questa tematica importante che costituisce il cuore dell’approccio NovaTherapy®; ora vediamo di approfondirlo in relazione al tema del post in questione.
Nella maggioranza dei casi di reflusso gastrico lo sblocco del diaframma si fa! Qualsiasi operatore e/o terapeuta del corpo, sa quanto è importante intervenire su questa struttura muscolare in caso di rigurgito gatrico: ma quand’è il momento giusto per farlo? È proprio questa la domanda che si pone il kinesiologo applicato. Quand’è il momento giusto per sbloccare il diaframma?
Il momento giusto può essere deciso dall’operatore in base al protocollo di lavoro adottato nel suo orientamento metodologico; generalizzando, possiamo dire che questo è l’approccio più comune: il professionista, sulla base delle sue osservazioni e della sua specialità terapeutica, mette in atto a priori un protocollo basato sulla sua valutazione obiettiva o diagnosi, a prescindere dai bisogni profondi del corpo. Si tratta dell’approccio organicistico, applicato dai professionisti sanitari e nel caso di diagnosi dal medico. Tale approccio ha secoli di applicazioni e di esperienza avvalorate dal metodo scientifico, può essere messo in discussione solo considerando il suo limite, la soggettività dell’individuo, per il resto resta il principale approccio da adottare in una prima fase di accertamento per effettuare le dovute visite mediche, necessarie per formulare una diagnosi medica differenziale. La soggettività, è un limite per le discipline ortodosse, non perché queste siano inefficaci, semplicemente per il fatto che le discipline ortodosse scientifiche si orientano sulla ricerca e messa appunto di tecniche e metodi oggettivi, validi da usare su larga scala, che vanno bene per tutti in poche parole. Ecco che, discipline come la kinesiologia applicata si rivelano un utile supporto, perché si occupano di quella dimensione sfuggente e difficilmente oggettivabile in modo universale che è la soggettività umana; pertanto, partendo da questo punto di osservazione Il kinesiologo applicato sa che prima di intervenire sul diaframma, il corpo potrebbe richiedere altro come priorità, ed è qui che entra in gioco l’espressività corporea: ciò che il corpo vuole veramente. L’espressività umana è il connotato più in vista della soggettività dell’individuo, perché riguarda il corpo vissuto, il suo linguaggio, impossibile da definire secondo categorie fisse. La nostra espressività non è come, per esempio, la digestione, facile da oggettivare nei processi fisiologici e biochimici dello stomaco; l’espressività è sfuggente, mutevole e fortemente dipendente dal vissuto del soggetto, dalle sue relazioni, perfino la relazione con l’operatore – dunque l’espressività del kinesiologo – incide sulle dinamiche espressive. In kinesiologia si dialoga con queste dinamiche con il test muscolare kinesiolgico, una procedura apparentemente semplice, ma che richiede anni di studio, pratica ed esperienza; ed è grazie alla sensibilità allenata con anni di esperienza che il kinesiologo è in grado di “dialogare” con il corpo vissuto.
Seguire l’espressività corporea può rivelarsi determinante per i risultati
Pertanto, per rispettare questo principio espressivo, il kinesiologo applicato utilizza il test muscolare kinesiologico per interrogare il corpo, affinché sia questo a indicare i passi del protocollo di lavoro. Tale procedimento garantisce il rispetto dei tempi espressivi del corpo, aumentando le probabilità del buon esito del trattamento e sopratutto stabilità nel tempo dei risultati. Si parla di probabilità e non di certezze matematiche: ogni soggetto ha modi e tempi di reazione personali, una sua verità soggettiva potremmo dire. E la verità non sempre coincide con l’esattezza. Questa è la sfida con cui le scienze della vita vissuta, come la kinesiologia applicata, si confrontano da sempre: la soggettività tende sempre alla Verità, mai all’esattezza. Per questo motivo è fondamentale entrare in relazione profonda con l’espressività del corpo vissuto, allo scopo di conoscere la Sua Verità Espressiva, superare la sfida posta dal dogma dell’esattezza e conciliare le dinamiche oggettive con quelle soggettive, affinché il corpo smetta di essere esclusivamente oggetto e possa manifestarsi nella pienezza di quello che effettivamente è: soggetto, persona, individuo.
Prima di sbloccare il diaframma ci sono anche altri fattori da considerare:
Nel trattamento del reflusso gastrico la kinesiologia olistica applicata tiene conto di diversi fattori relativi allo stress, alle risorse energetiche e alle relazioni kinesiologiche muscolari specifiche; ecco i principali:
- la disorganizzazione neurologica.
- i muscoli sopraspinato, grande rotondo, infraspinato.
- eventuali correzioni specifiche relative a questi muscoli.
Ora spieghiamo brevemente alcuni dettagli su questi due punti: per quanto riguarda la disorganizzazione neurologica rimando [qui] all’articolo dedicato. Ora ci limitiamo a mettere in evidenza l’importanza dei test di disorganizzazione neurologica per l’equilibrio energetico del corpo e l’allentamento dello stress generale: ciò è necessario per un corretto “dialogo” con il corpo. Ad esempio, fra i test di disorganizzazione neurologica c’è la valutazione dell’eccesso e della carenza di energia dei meridiani vaso concezione e vaso governatore. L’equilibrio di questi meridiani è fondamentale, in quanto il reflusso gastrico e il diaframma respiratorio risentono fortemente dello squilibrio a questo livello, basti pensare che in kinesiologia applicata il diaframma è associato al meridiano vaso concezione.
Sopraspinato, grande rotondo e infraspinato sono muscoli importanti per le loro implicazioni energetiche sistemiche. L’equilibrio della cervicale, del cranio, dell’articolazione temporomandibolare, della colonna vertebrale e delle risorse energetiche generali del corpo sono tutti fattori che fanno riferimento a questi tre muscoli.
Il kinesiologo applicato sottopone a test questi muscoli per verificare la necessità o meno di correggere i loro eventuali squilibri: procedere allo sblocco del diaframma respiratorio senza considerare questi fattori può rivelarsi poco efficace a causa di un mancato rispetto delle priorità somatiche espressive, correlate a sovraspinato, grande rotondo e infraspinato. Pertanto, prima di lavorare la causa apparente – nel nostro caso specifico, il diaframma respiratorio – il corpo può avere bisogno di altro, allo scopo di ottimizzare le sue risorse biologiche/energetiche per sostenere meglio la correzione delle aree direttamente coinvolte da un problema – nel nostro caso: reflusso gastrico/diaframma respiratorio.
Garantire stabilità e risultati nel trattamento del reflusso gastrico con la kinesiologia come supporto alle discipline ortodosse
La complessità del corpo umano è tale che in certi casi gli approcci ortodossi possono rivelarsi incompleti, non per mancanza di competenza da parte dei professionisti di questa categoria ma per una questione metodologica, di visione delle cose: nell’approccio medico scientifico il corpo viene misurato e oggettivato, cosi deve essere se vogliamo che il medico sia efficace nella cura.
Nelle scienze kinesiologiche applicate il corpo viene visto nella sua natura espressiva, in prima persona, riducendo al minimo la tendenza all’oggettivazione secondo categorie assolute di riferimento. In questo modo è possibile instaurare un dialogo con il corpo per conoscere le Sue priorità, andando ad arricchire significativamente gli insostituibili approcci medicali ortodossi.
Correzione dei muscoli associati al sistema digerente
In kinesiologia applicata, ogni muscolo è associato a un organo o viscere: si tratta di una correlazione energetica/espressiva basata sui meridiani energetici della [medicina tradizionale cinese].
Sulla base di questa chiave di lettura espressiva, durante il percorso “terapeutico”, il professionista in kinesiologia applicata prenderà in esame i muscoli correlati allo stomaco.
Muscoli del collo come sternocleidomastoideo, flessori profondi del collo, pettorale clavicolare sono strutture importanti da valutare kinesiologicamente allo scopo di facilitare, non solo la stabilità delle correzioni specifiche del diaframma respiratorio, ma per trattare in modo completo ogni livello di eventuale squilibrio: strutturale, energetico e metabolico.
Neurolinfatici e metabolismo
Il trattamento dei neurolinfatici specifici dello stomaco e dell’apparato digerente in generale, sono altrettanto importanti. Per approfondire questo tema rimando alla sezione [ciclo neurolinfatico].
Questi riflessi rivestono una grande importanza per alleviare i fastidi da reflusso gastrico, infatti la stimolazione profonda dei riflessi neurolinfatici del sistema gastrointestinale favorisce il drenaggio specifico degli organi associati: un neurolinfatico altro non è che una zona particolare in cui le fasce muscolari e connettivali creano invaginazioni e insenature tissutali dove tossine e scorie linfatiche tendono a ristagnare con più facilità, ostacolando per via riflessa la corretta funzione fisiologica dell’organo. Stimolare queste zone mobilita le scorie accumulate riattivando per via riflessa somatoviscerale la naturale funzione dell’organo.
Identificazione e allentamento delle sorgenti di stress emotivo
Ultimo ma non di secondaria importanza è il fattore psicoemozionale. Per approfondire l’argomento rimando alle pagine: [Kinesiologia Psicoapplicata]; [A.S.E.]; [Barometro Comportamentale]; [Ciclo Neurovascolare].
Nello specifico il disturbo da reflusso gastrico è spesso complicato da componenti soggettive connesse a stress emotivo. Questa relazione è ormai confermata e condivisa da molte ricerche scientifiche, risalenti ai primi studi sullo stress condotti dal Dr. Hans Selye. Egli ha dimostrato come un agente stressate eterogeneo induca meccanismi fisiologici di risposta da parte del corpo, alterando la funzione digestiva dello stomaco, uno dei primi bersagli dello stress; per approfondire i dettagli sullo stress rimando agli articoli della categoria [Fisiologia dello Stress].
Inoltre esiste una relazione diretta fra emozioni, comportamenti e diaframma respiratorio che come abbiamo visto costituisce il fattore causale strutturale del reflusso gastrico.
Il diaframma respiratorio come simbolo di guarigione
Il diaframma respiratorio rappresenta simbolicamente il confine tra il nostro centro mentale – la parte superiore del corpo – e il centro emozionale – la zona centrale del corpo -; è l’interfaccia somatica della nostra Anima: scandisce il ritmo dell’Anima conciliando il Maschile e Femminile insito in ogni individuo. Simboleggia il mediatore della nostra espressività autentica, il mantice che permette di alimentare la fiamma vitale dentro di noi.
Il blocco del diaframma rappresenta la perdita di contatto con i propri ritmi autentici, con il proprio centro. Tale blocco indica un modo di vivere frammentato e meccanico: non alimentiamo la fiamma vitale dell’Anima e in questo modo ci affanniamo in folli corse che non ci appartengono; oppure restiamo fermi, attoniti, quasi paralizzati dagli stimoli del mondo, tanto da faticare a gestire persino quelli più elementari, come digerire il cibo per esempio. In questo scenario paura e angoscia contaminano il diaframma costringendolo dentro un circolo vizioso fatto di rigidità alterando la chimica interna del corpo: una delle conseguenze più comuni di questo processo emotivo di stress è la difficoltà a digerire, nelle situazioni più complesse possiamo avere reflusso gastrico e/o ernia iatale.
Respirare e digerire la Vita
La capacità di digerire, non solo il cibo ma anche le esperienze del nostro mondo fatto di relazioni, si riduce. Ci sentiamo stanchi e affannati, la nostra respirazione perde fluidità diventando un atto puramente meccanico: non respiriamo ma sospiriamo, sbuffiamo, ansimiamo limitandoci alla mera sopravvivenza; da atto vitale, la respirazione diventa l’espressione di un rigido meccanismo di sopravvivenza in cui non esiste spazio per la concezione di nuove idee, per assaporare il nuovo, per respirare aria di novità; resta solamente l’energia per sostenere la ripetitività del “già noto“. Pertanto, in questo scenario, il nostro stomaco rimane costretto nel suo sito anatomico, come se l’accoglienza del diaframma gli fosse negata.
E così, senza il lavoro del mantice che dovrebbe nutrire la fiamma dell’Anima, il nostro stomaco resta solo: la fiamma vitale è troppo bassa e non ha la forza di sostenere il lavoro fisiologico dell’attività gastrica. Il risultato di questo processo disfunzionale culmina con l’incapacità dello stomaco di digerire in modo efficace sia il cibo che la vita stessa.
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Il rigurgito gastrico simboleggia la difficoltà di mantenere all’interno le esperienze della vita, forse perché sono diventate così monotone e indigeste da spegnere lentamente la fiamma del nostro entusiasmo per le cose del mondo. Così, lentamente, il nostro interesse per le novità diventa timore: perdiamo gradualmente la capacità di essere intimi con la vita. Intimità: significa senza timore…
Come fare a migliorare la situazione?
Quando si affronta un malessere o sintomo dal punto di vista simbolico è necessario rapportarsi in modo differente al problema: normalmente la maggior parte delle persone si rapporta al malessere in modo conflittuale. L’atteggiamento è quello del dominio: tu, sintomo, non vai bene e pertanto devi essere eliminato. La base emotiva di questo rapporto conflittuale è l’ostilità, ed è facile comprendere come con questi presupposti sia molto difficile capire il senso di qualcosa: se in fondo lo “odiamo”, lo temiamo, lo rifiutiamo non capiremo mai cosa vuole dirci il sintomo/malessere.
Perciò…
- Prima di tutto è necessario essere disponibili a trasformare l’ostilità in disponibilità al “dialogo” con il sintomo/malessere, per acquisire le chiavi simboliche e metaforiche contenute in esso. In altre parole invertire la tendenza ed essere disponibili a fare amicizia con il “nemico”.
- Dopo di che le chiavi simboliche che abbiamo reperito dal sintomo/malessere, possono essere usate per mettere insieme i pezzi del puzzle: allo scopo di arricchire il proprio modo di pensare, di conoscere il mondo sulla base delle indicazioni dettate dal messaggio simbolico del sintomo/malessere.
- A questo punto, da soli, con l’aiuto del kinesiologo o del professionista con cui ci sente più in risonanza andiamo a correggere le disarmonie somatoemozinali che ostacolano l’espressività. Migliorando il rapporto con il corpo e il malessere, fino a liberarsene.
- Per quanto riguarda il reflusso gastrico potresti cominciare con il farti alcune domande:
- quali sono le cose di cui non hai bisogno, a partire dagli alimenti per arrivare alle situazioni e le persone, che introduci nel tuo stomaco/nella tua vita?
- oppure: cosa c’è nella tua vita che rifiuti e non riesci ad accettare?
- da chi ti senti rifiutato o rifiutata? vivi ancora come reale la paura del rifiuto da parte della figura materna?
- che cosa non vuoi o non puoi inghiottire?
- butti giù cose che non vorresti inghiottire?
- qual’è il tuo rapporto con i sentimenti?
- di cosa ne hai abbastanza?
- testa, cuore e istinto sono bilanciati oppure “fai tutto con la testa”?
- conosci e rispetti i tuoi ritmi?
- il tuo maschile e femminile sono in equilibrio?
Questi sono solo alcuni interrogativi utili per cominciare un lavoro su di te in base al reflusso gastrico. Si tratta di indicazioni generali e pertanto devono essere prese come spunti di riflessione: ricordi il discorso sulla soggettività? Siamo tutti diversi e non è possibile incasellare e definire la tua soggettività sulla base di queste domande. Tuttavia, se sei disponibile ad approfondire, studiare e/o eventualmente farti seguire da un professionista questi interrogativi possono rivelarsi molto utili per cominciare o continuare il tuo lavoro personale su te stesso o te stessa. Aiutandoti a coadiuvare la terapia medica del reflusso gastrico in modo olistico; oppure ad arricchire un percorso con lo psicologo o il kinesiologo.
Articolo di:
[Fabio Valenzisi]
Bibliografia essenziale:
- Kinesiologia applicata – synopsis – David S. Walther, DC – Ed. Castello.
- Malattia come simbolo – Rüdiger Dahlke – Ed. Mediterranee.
- Malattia e destino – Thorwlad Dethlefsen, Rüdiger Dahlke – Ed. Mediterranee.
- Psiconeuroendocrinoimmunologia il manuale – F. Bottaccioli, A. G. Bottaccioli – Ed. edra.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
Se desideri essere messo in contatto con un medico specializzato in medicina integrata e olistica, uno dei nostri kinesiologi o direttamente con l’autore contattaci, saremo lieti di consigliarti gratuitamente sui professionisti della nostra rete di contatti.
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