
La kinesiologia applicata – KA – è una pratica di valutazione e trattamento delle disarmonie corporee disfunzionali. Si tratta di una disciplina articolata su tre livelli di osservazione: strutturale, biochimico, emotivo. Basata sull’analisi della postura, sullo studio dell’andatura, del portamento, degli atteggiamenti posturali dinamici, delle manifestazioni di tensione somatocognitiva e somatoemotiva; sull’osservazione del movimento espressivo, sulla valutazione muscolare statica e dinamica, sull’analisi del rapporto fra corpo e ambiente. Ora, vediamo di approfondire cos’è la kinesiologia applicata evidenziando alcuni elementi fondamentali di base.
COME FUNZIONA LA KINESIOLOGIA APPLICATA
Il metodo principale che caratterizza le tecniche della KA è il test muscolare. Il test muscolare kinesiologico è un complesso metodo di valutazione dinamica della capacità neuromuscolare fisiologica. Non si tratta di una grossolana prova di forza muscolare, ma di un metodo di indagine raffinato orientato alla valutazione della funzionalità neurofisiologica che si estende su diversi livelli di analisi: neurologica, energetica, psicoemozionale, somatocognitiva e comportamentale. Tale procedura ha il duplice vantaggio di rilevare gli squilibri sistemici del corpo e riprogrammare le vie di comunicazione espressive, al fine di correggere le disarmonie psicofisiche e riconfigurare positivamente le risorse dell’individuo affinché i processi di recupero e guarigione possano riattivarsi; migliorando la gestione dello stress e il rapporto con le situazioni ambientali.
Nella sua concezione classica, possiamo considerare la KA una tecnica “semiotica avanzata” – non nosologica – che si occupa di rilevare i segni di disfunzione “psiconeurologica” apparentemente impercettibili, presenti nell’individuo. In particolare, la KA è una pratica variegata in grado di rilevare alterazioni della fisiologia neuromuscolare e ricondurre le stesse a disfunzioni di natura sistemica relative a conseguenze traumatiche, modificazioni metaboliche, della funzionalità biomeccanica posturale ed espressiva e/o dello stato emotivo, psicologico ed esistenziale del soggetto. Inoltre essa, non solo contribuisce a elaborare una valutazione sistemica e fenomenologica, ma è in grado di fornire molte interessanti indicazioni “terapeutiche” e applicative di interesse multidisciplinare.
Si tratta di una disciplina efficace nel trattamento del dolore cronico, delle disarmonie posturali e muscolari, dell’equilibrio psicofisico e nel ripristino delle corrette vie di comunicazione “psicomuscolari” relative ai processi espressivi di “pensiero -> muscoli -> azione”. Per questo motivo si rivela molto utile come rimedio nei problemi dolorosi di origine “psicosomatica” e nella facilitazione dei processi di recupero fisico, di apprendimento, rilascio dello stress psico-emotivo, auto-consapevolezza e di potenziamento delle risorse individuali, psicofisiche, percettive ed espressive.
Per approfondire altri aspetti della kinesiologia applicata e dei suoi orientamenti metodologici, leggi i seguenti articoli:
Articolo di:
Fabio Valenzisi
Bibliografia essenziale:
– D. S. Walters, D.C., “Kinesiologia Applicata – Synopsis” (1993); Ed. Castello.
– G. Pagliaro, “Kinesiologia applicata, teoria e pratica” (2016); Ed. Tecniche nuove.
– R. Dujany, “Teoria e impiego pratico della kinesiologia applicata” (2003); Ed. Tecniche nuove.
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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