
Conoscendo la “mappa” delle 5 Leggi Biologiche ci possiamo orientare in modo preciso su questo specifico “territorio” che riguarda la struttura e la funzione dei tessuti dell’apparato muscolo scheletrico e locomotore in genere, e il suo funzionamento biologicamente sensato.
Come arriva il dolore muscolo scheletrico e scompare senza motivo apparente secondo la prospettiva delle 5 leggi biologiche
Quante volte abbiamo avuto l’esperienza di un dolore ad un’articolazione, ad un muscolo, alla schiena, ad un arto, insomma all’apparato locomotore o muscolo scheletrico, arrivato all’improvviso, senza nessun colpo o trauma fisico locale che ne giustificasse la logica presenza? E quante volte, così com’è arrivato, inaspettatamente, così è sparito?
Oppure, quante volte invece, nonostante avessimo messo in atto svariati tentativi di risolverlo (tecniche e terapie varie) non siamo stati capaci di levarcelo di torno anche per mesi? E, quando ormai essendoci rassegnati alla cronicità del dolore/fastidio, dandone scontata la presenza come “sgradito compagno di viaggio”, avendo ri-orientato la nostra attenzione alle cose della quotidianità, ecco che misteriosamente, magicamente, in modo inaspettato, ci accorgiamo che il fastidio è scomparso, così come era arrivato, dimenticandoci di quando ha smesso di farsi sentire…Come si spiega tutto questo?
La scoperta delle 5 Leggi Biologiche
Grazie al lavoro di ricerca scientifica del medico tedesco Hamer, risalente agli anni 80 del Novecento, che ha portato alla luce, in modo chiaro, il rapporto tra psiche e corpo e la modalità di risposta biologica e sensata da parte dell’organismo di fronte ad un evento inaspettato che, nella percezione della persona coinvolta dall’evento stesso, risulta mettere in pericolo la sua sopravvivenza. Tutto questo avviene in una frazione di secondo e, immediatamente esprime una risposta adattativa dell’insieme psiche-cervello-corpo, adeguata al “pericolo” specifico rappresentato da quell’evento.
Muscoli, ossa, tessuti connettivi secondo le 5 Leggi Biologiche
Queste scoperte chiamate dal dott Hamer 5 Leggi Biologiche, in quanto leggi di natura osservabili e verificabili da chiunque, ci consentono oggi di poter usufruire di una “mappa” molto ben definita che permette di orientarci in modo preciso su questo specifico “territorio” che riguarda la struttura del corpo e la funzione dei tessuti dell’apparato muscolo scheletrico e locomotore in genere (ossa, cartilagini, tendini, legamenti, muscoli striati, vasi).
A cosa servono questi tessuti?
L’osservazione del dottor Hamer ha permesso di verificare come tali tessuti derivano a livello embriologico dal foglietto medio (mesoderma) nel caso specifico dal tessuto originario mesoderma recente e siano diretti neurologicamente dal midollo cerebrale o sostanza bianca del cervello.
Inoltre, ha verificato che questo tipo di tessuti risponde ad un evento inaspettato (shock biologico) che, nella percezione del mondo di quella persona unica, riguarda il vissuto di “Non sentirsi in grado di fare, di agire…” in relazione a qualcuno e/o qualcosa coinvolto da quell’evento: per il nostro organismo questa è un’emergenza.
La sensatezza della biologia: la fase attiva
Ad una situazione di emergenza, che mette in pericolo la nostra sopravvivenza sensatamente il corpo metterà in atto, immediatamente su tre livelli e contemporaneamente, una risposta di fisiologia straordinaria.
I tre livelli sono:
– Emotivo
– Cerebrale
– Organico
Questo produce un’iniziale riduzione graduale di funzione di cui non ci si accorge e, se l’attenzione della persona rimane focalizzata su quella specifica “allerta” scatenata dalla sua percezione non conscia dell’evento inaspettato o shock biologico, allora si attuerà anche una riduzione del tessuto delle aree coinvolte dalla risposta adattativa. Col passare del tempo si potrà notare come ad esempio un’atrofia dei muscoli della zona coinvolta, si presenti senza manifestazione di dolore o risentimento, in questa fase del processo organico “straordinario”.

Curva bifasica – disegno di M. Sartorio
La fase di soluzione dello shock biologico: l’inizio del dolore muscolo scheletrico
Dal momento che la persona si “mette l’animo in pace” rispetto alla sua percezione dell’accaduto o riesce ad essere capace di agire per uscire dall’impasse di quella situazione, ecco che inaspettatamente e senza nessun apparente nesso logico e causale, nell’ignoranza di questo meccanismo automatico di “funzionamento straordinario”, arriva il dolore, lasciando il malcapitato esterrefatto ed impaurito (“Che avrò?… sarà grave?”) che non riesce a capacitarsi di questo “fulmine a ciel sereno”.
Da cosa sprigiona l’improvviso e di solito invalidante dolore muscolo scheletrico?
Essendoci stata una riduzione del tessuto nella fase di “emergenza”, cioè la fase attiva, sensatamente ci sarà una riparazione della zona coinvolta nella fase di soluzione, con leggera eccedenza di tessuto: quella zona sarà più spessa e resistente di prima, vista l’esperienza fatta come, ad esempio il callo osseo nella riparazione della frattura.
Come avviene la riparazione ed il ripristino del tessuto
Per fare accedere nuove cellule specifiche di ricostruzione in quella zona l’organismo attiva in quel punto un’accelerazione del metabolismo, che genera la così detta infiammazione come effetto di questo utile processo riparativo, ed un’espansione/scollamento della capsula di rivestimento dei tessuti quale ad esempio il periostio che, essendo questa innervata dalla corteccia cerebrale post-sensoria, produce dolore, sensatamente finalizzato al riposo: c’è una riparazione in atto!
Poi, a seconda di quanto edema, ovvero il trattenimento dei liquidi che è naturalmente aumentato in questa fase riparatoria, è presente in quei tessuti, ci sarà un maggiore stiramento/gonfiore che amplificherà l’intensità del dolore. Questo è il motivo dell’insorgenza del dolore in quella parte, verificabile da chiunque in scienza e coscienza, anche in assenza di un trauma fisico.
Effetti prodotti dal non conoscere come funziona l’organismo
Il fatto che la persona, ignara di quanto descritto fin qui, viva l’angoscia del non sapere cosa le sta accadendo, quanto più entra in ansia ed apprensione per il fastidio/dolore e ci porti continuamente attenzione, tanto più determina il cronicizzarsi del problema perché, nella sua percezione quella parte del suo corpo “non è a posto” e “M’impedisce di essere in grado di muovermi, di fare, di agire…”. Ecco in atto il “circolo vizioso” che diventa un problema di recidiva locale, cioè mantenuto dal sentire il dolore e viverlo come limitazione, come “sentirsi ammalato” senza sapere perché, e prolungando di molto i fisiologici tempi di recupero: ecco la cronicità.
Conoscere e verificare allontana la paura
Conoscendo come si muove il nostro organismo a seconda della nostra percezione, cioè del modo di come vediamo il mondo e come ci relazioniamo ad esso, e verificando nella nostra quotidianità quanto di quello che viviamo, il modo come lo “sentiamo”, determina come il nostro organismo risponde, allora, anziché farci affliggere ed impaurire da ciò che il corpo manifesta, possiamo cogliere l’occasione di conoscerci veramente, facendo tesoro dell’esperienza vissuta, permettendoci di mettere in atto quello spostamento pratico, quel “fare qualcosa di diverso” in relazione a quella situazione, ed entrando in simbiosi con le nostre emozioni, osservare cosa questo produce, il tutto condito con pizzico di sana curiosità.
D’altronde, quanti maestri, saggi, autori hanno indicato che lo scopo della vita è conoscere chi siamo…
Per approfondire l’argomento leggi anche [LE CATENE MUSCOLARI ED I BINARI MIOFASCIALI].
Articolo di:
Luca Bartolini
Bibliografia essenziale:
- “Il capovolgimento diagnostico” – G. R. Hamer
- “Manuale di applicazione delle 5 Leggi Biologiche” – M. Pfister
- “La malattia è un’altra cosa” – M. Pfister, S. Cella
- “Il testamento per una nuova medicina” – G. R. Hamer
Le informazioni contenute in questo post non sono indicazioni o prescrizioni mediche, hanno il solo scopo di informare. Al fine di agire nel rispetto del proprio corpo e bene farsi seguire da operatori del benessere accreditati e consultare sempre il proprio medico.
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